AGI - Oltre 500 milioni di persone in Africa vivono in una situazione di insicurezza idrica, e, nonostante gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile, ci sono almeno 19 nazioni a rischio di carenza d’acqua. Lo evidenziano gli scienziati dell’United Nations University Institute for Water, Environment and Health (UNU-INWEH), che hanno valutato i progressi compiuti dalle nazioni africane negli ultimi anni. Stando a quanto emerge dall’analisi, solo 29 regioni hanno effettivamente raggiunto situazioni migliorate, mentre 25 non hanno mostrato alcun progresso.
La valutazione, pubblicata alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua dall’Istituto canadese per l’ambiente e la salute dell’acqua dell’Università delle Nazioni Unite, ha utilizzato dieci indicatori per quantificare la sicurezza idrica nei 54 paesi africani. Tra gli indicatori, gli scienziati hanno considerato ad esempio la disponibilità di acqua potabile, la possibilità di usufruire di servizi igienici, la disponibilità di acqua pro capite, il trattamento delle acque reflue e la dipendenza dall’acqua dalle nazioni vicine. Il team, guidato da Grace Oluwasanya, Duminda Perera, Manzoor Qadir e Vladimir Smakhtin, precisa che i dati raccolti non erano completi, ma restituivano un quadro chiaro.
“I livelli di sicurezza idrica in Africa sono bassi – sottolinea Oluwasanya – speriamo che il nostro studio possa fornire uno strumento quantitativo per ottenere una prospettiva della disponibilità di acqua nel continente e coadiuvare i decisori nelle loro scelte”. Secondo quanto emerge dal rapporto, solo 13 paesi su 54 negli ultimi anni hanno raggiunto un livello modesto di sicurezza idrica, mentre più di un terzo delle regioni considerate verte in condizioni critiche.
Più di mezzo milione di persone, riportano gli scienziati, vivono in aree a rischio. L’accesso all’acqua potabile variava da un tasso del 99 per cento stimato in Egitto, fino al 37 per cento nella Repubblica Centrafricana.
La disponibilità dei servizi igienici è sostanzialmente simile a livello subregionale, e si stima intorno al 60 per cento, ma ci sono luoghi dove tale valore non supera il 20 per cento, come l’Etiopia e il Ciad, e altri in cui si sfiora il 100 per cento. La disponibilità di acqua pro capite è più alta nell’Africa centrale, mentre è drasticamente inferiore nelle zone occidentali e meridionali del continente. Gli scienziati sottolineano l’importanza di standard globali per i dati di misurazione e valutazione della sicurezza idrica.
“Alcuni componenti critici della sicurezza idrica semplicemente non possono essere valutati in modo uniforme – commenta Oluwasanya – vista la scarsa disponibilità di dati, è difficile valutare con precisione i progressi compiuti verso la sicurezza idrica. Ad esempio, non è agevole stimare la percentuale della popolazione africana che avrà accesso ai servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza entro il 2030, uno degli obiettivi delle Nazioni Unite”.
“Deve essere intrapresa un’azione da parte dei governi nazionali con il supporto di agenti internazionali per migliorare gli sforzi di raccolta dati e individuazione delle strategie di intervento per garantire la sicurezza idrica in tutte le regioni africane”.