AGI - Sono 37 milioni le persone sottoposte a lockdown in Cina, dopo il picco di contagi da Covid-19, ai massimi degli ultimi due anni, su cui pesa la diffusione della variante Omicron.
Secondo l'ultimo aggiornamento della Commissione Nazionale per la Sanità cinese, i nuovi contagi di trasmissione locale sono 5.154 (dei quali 1.647 asintomatici) la maggiore parte dei quali (oltre quattromila) riscontrati nella provincia nord-orientale del Jilin - che confina con la Corea del Nord - dove vivono circa 24 milioni di persone, da ieri sottoposte a lockdown.
Complessivamente, dall'1 al 14 marzo, la Cina ha registrato circa quindicimila casi di contagio da Covid-19 in 28 tra province e regioni. Pur rimanendo su cifre basse rispetto ai contagi registrati altrove, la Cina ha messo in atto una rigida politica di contenimento del virus.
Ieri le autorità di Shenzhen hanno imposto il lockdown alla città, hub tecnologico nel sud-est della Cina, con misure che sono andate a colpire anche i grandi nomi della tecnologia, come Huawei e Oppo, mentre oggi è Lanfang, con oltre quattro milioni di abitanti a sud-est di Pechino, ad aggiungersi all'elenco delle città che hanno imposto le sanzioni più rigide ai loro abitanti. Scongiurato invece per il momento, il rischio di un lockdown a Shanghai.
A livello nazionale, la situazione è "grave e complessa", ha dichiarato il portavoce della Commissione, Mi Feng, e pur esprimendo fiducia sui sistemi messi in atto a livello locale, ha aggiunto che sono "sempre più difficili la prevenzione e il controllo". A preoccupare è anche la diffusione della sotto-variante Ba.2 della Omicron, diffusa nel Jilin: la Ba.2 è più difficile da identificare e a più alta trasmissibilità della Ba.1 (la variante Omicron) secondo i primi studi compiuti in Gran Bretagna e Danimarca, anche se alcuni studi non ritengono probabile un numero più elevato di ricoveri ospedalieri o di decessi provocati dalla sotto-variante.