AGI - Anticipata la notizia della pubblicazione e atteso il suo arrivo per tutto il giorno, la lettera di Tim Berners-Lee, 67, informatico britannico, co-inventore insieme alla futura moglie Rosemary Leith e a Robert Cailliau del World Wide Web, per celebrare il 33esimo anno del suffisso www., alla fine non è arrivata.
Al suo posto, un post sul blog della Web Foundation, firmato da lui e da Leith, dal titolo “Stare con l’Ucraina: un messaggio dei nostri co-fondatori”, nel quale si può leggere che contrariamente a quanto accade ogni anno da 32 anni l’11 marzo, in questo 2022 la lettera di riflessione “sul suo ruolo nel nostro mondo e sulle sfide e opportunità tecnologiche che dobbiamo affrontare” non ci sarà perché “questi non sono tempi normali” in quanto “insieme al resto del mondo, abbiamo assistito con disperazione all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia mentre si sviluppava una crisi umanitaria e politica”.
Per questo motivo, sostiene Berners-Lee, “abbiamo deciso di posticipare la lettera di compleanno di quest'anno e di fare invece una donazione per sostenere il giornalismo indipendente in Ucraina” in quanto “informazioni affidabili e accurate saranno particolarmente critiche durante questa guerra ed è fondamentale che giornalisti rigorosi e indipendenti siano supportati per svolgere il loro lavoro”.
Il co-fondatore del World Wide Web, pertanto, invita a fare una donazione alla Croce rossa dell’Ucraina. All’Urgent Action Fund per i diritti umani delle donne e al Voice of Children, per aiutare i bambini ucraini colpiti dal conflitto.
Nel post, però, Berners-Lee ricorda anche che “due anni fa, mentre il virus Covid-19 si diffondeva nel mondo, scrivevamo che il web è un’ancora di salvezza in tempi di crisi” e “lo stesso vale ora che l’Ucraina viene attaccata” perché “il web ha contribuito a ispirare resistenza e aiutare i verificatori di fatti a sfatare la propaganda di guerra, ad aiutare le persone a navigare verso la sicurezza e a trovare un posto dove stare, a mantenere le famiglie e gli amici in contatto e a consentire ad altri in tutta la regione e oltre di essere solidali e fornire supporto”.
Motivo per cui, soggiunge Berners-Lee, “queste scene sono ancora un altro promemoria del motivo per cui dobbiamo coltivare e proteggere un Web sicuro e potenziante per tutti”, che firma il post assieme a Rosemary Leith che ha co-fondato la World Wide Web Foundation con lui nel 2009.
L’11 marzo del 2019, in occasione dei trent’anni dalla nascita del World Wide Web, Tim Berners-Lee scriveva che “metà del mondo è online”, tant’è che “il Web è diventato una pubblica piazza, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, uno studio di progettazione, un ufficio, un cinema, una banca e molto di più” e che “col moltiplicarsi delle funzioni e dei siti il divario tra chi è in rete e chi no cresce, rendendo quanto mai urgente garantire a tutti l’accesso al Web”.
Tuttavia, scriveva ancora tre anni fa Berners-Lee “se è vero che il Web ha creato opportunità, dato voce a gruppi emarginati e semplificato la nostra vita quotidiana – riconosceva – è anche vero che ha creato opportunità per i truffatori, dato voce a chi diffonde l’odio e semplificato ogni sorta di azione criminosa” e “a fronte delle nuove notizie di abusi nell’utilizzo del Web è comprensibile che molti provino timore e non siano certi che il Web si davvero una forza positiva. Ma considerando quanto il Web è cambiato negli ultimi 30 anni bisognerebbe essere disfattisti e privi di immaginazione per ritenere che sia impossibile cambiarlo in meglio nell’arco dei prossimi 30 anni. Se adesso rinunciamo a costruire un Web migliore, allora non sarà il Web ad averci deluso, saremo noi ad aver deluso il Web”.
È proprio questo passaggio della lettera celebrativa del trentennale scritta tre anni fa che aveva creato tanta attesa per la pubblicazione della lettera promessa per oggi. Sarebbe stato piuttosto interessante sapere cosa potesse pensare il co-fondatore del Web della mossa di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, la cui società Meta ha consentito e quasi sollecitato i messaggi di odio contro la Russia, rea di aver invaso l’Ucraina imponendosi una temporanea deroga ai messaggi sconvenienti sule controllate Facebook e Instagram per consentire invece quelli diretti contro le forze armate russe impegnate sul fronte ucraino.