AGI - La stampa internazionale dà molto rilievo all’attacco russo contro l’ospedale pediatrico di Mariupol, e la fotografia della donna incinta su una barella in un panorama di devastazione è al centro di molte prime pagine. Questo crudele episodio della guerra sul campo è la notizia di cronaca che si impone con la sua forza emotiva, ma qualche quotidiano preferisce valorizzare altri aspetti. Lo fa soprattutto la stampa francese, concentrata sul vertice europeo di Versailles, o quella tedesca. E anche quella cinese, che si impegna a rilanciare le accuse rivolte ieri da Pechino contro Nato e Usa. Ecco una carrellata sulle maggiori testate estere.
Washington Post
Il bombardamento russo contro l’ospedale di Mariupol, “ha segnato un'altra giornata devastante in Ucraina”, scrive il Washington Post che mette in apertura a tutta pagina la notizia e le reazioni che ha suscitato a Kiev, dove Zelensky ha rinnovato la sua sempre più disperata richiesta all’Occidente di aiuti sul campo, e a Washington, dove gli analisti governativi avvertono che “la Russia sembra lanciare attacchi più indiscriminati per ottenere piccoli ma strategici guadagni sulle città chiave” e nel contempo sfodera una “retorica sulle armi chimiche che potrebbe significare che sta pianificando un attacco da usare come pretesto” per scavalcare anche questa soglia.
L’effetto dell’escalation negli attacchi contro la popolazione civile, scrive il giornale in un’analisi, è che “una cortina di ferro economica e culturale sta calando sulla Russia mentre il presidente Vladimir Putin procede con la sua invasione dell'Ucraina, invertendo decenni di integrazione con le economie occidentali e minacciando di isolare i russi in misura mai vista dall'era sovietica”. Sta insomma emergendo una “Russia in versione Stato paria”, un Paese “che nemmeno i suoi cittadini riconoscono più”, e per il quale l'Europa “è un universo sempre più inaccessibile, traboccante di rabbia nei confronti dei russi”.
Un focus è dedicato a Zelensky: “L'attore diventato presidente ora si ritrova a recitare davanti a due pubblici”, uno è costituito dai i cittadini ucraini assediati, che ha unito in una forza di resistenza improvvisata ma motivata, e l’altro dai leader mondiali che invece resistono alle sue richieste di un intervento militare diretto. “Nonostante la sua ritrovata influenza globale e il rapporto personale con il presidente Biden, che ha parlato con Zelensky una dozzina di volte da quando è entrato in carica nel gennaio 2021, i leader statunitensi ed europei rimangono cautamente in disparte, pronti a spedire armi anticarro e antiaeree all'esercito ucraino ma non a fare un passo più avanti nel conflitto inviando jet da combattimento”, scrive il Post.
New York Times
“Colpito un ospedale mentre aumentano gli attacchi contro i civili”, titola a tutta pagina il New York Times, che rileva: “Le condizioni di pericolo stanno peggiorando in diverse città ucraine, alle quali le forze russe si vanno avvicinando colpendo sempre più obiettivi civili e lasciando le persone intrappolate senza servizi di base come acqua, cibo, riscaldamento e medicinali”.
Il quadro, descritto in un reportage da Leopoli, è questo: “Non essendo riusciti a sconfiggere l'esercito ucraino nelle prime settimane della guerra e incontrando una dura resistenza nelle principali città come Mariupol, Kharkiv e Kiev, i comandanti russi sembrano ricorrere a tattiche utilizzate nelle precedenti guerre in Cecenia e Siria: radere al suolo le città con una travolgente e indiscriminata potenza di fuoco”. In prima pagina si segnala anche un servizio sugli oligarchi russi che hanno trovato a Dubai, una delle capitali finanziaria del mondo arabo, un accogliente riparo dalle sanzioni economiche occidentali.
Wall Street Journal
Le bombe russe che hanno colpito l’ospedale materno-infantile di Mariupol sono la notizia del giorno anche per il Wall Street Journal, sul quale si ritrova la stessa fotografia della donna incinta che viene portata via su una barella pubblicata da molte testate internazionali in prima pagina. Il quotidiano finanziario dedica un’analisi alla “sfida tattica” che la guerra in Ucraina pone all’Occidente: “Gli Stati Uniti e i loro alleati stanno camminando su una linea sottile in Ucraina, cercando di aiutare gli ucraini a contrastare l'invasione russa ma evitando di attraversare le linee rosse e di essere trascinati in un conflitto diretto con un avversario dotato di armi nucleari”, sottolinea il giornale, che prosegue: “Finora, Washington e le capitali europee hanno risposto alla violenza in costante aumento dell'offensiva militare di Mosca con consegne di armi, condivisione di informazioni e aiuti finanziari a Kiev, oltre a sanzioni economiche radicali contro la Russia.
Gli sforzi occidentali per sostenere l'Ucraina mentre combatte i russi vanno ben oltre l'assistenza fornita dagli Stati Uniti e dai suoi alleati ai mujaheddin dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979”, rileva il Wsj, e avverte però che “tale intervento è un'area grigia in un conflitto.
Contro un paese con armi nucleari, è irta di rischi di errori di calcolo”. In un approfondimento in qualche modo parallelo, il giornale segnala che “l'aggressione della Russia non ha solo ridato alla Nato una rinnovata attenzione dopo tre decenni di ricerca di uno scopo nel mondo del dopo Guerra Fredda. Ha mostrato la centralità dell'alleanza per la libertà politica ed economica delle democrazie occidentali, spingendo i membri a radunarsi attorno all'istituzione spesso criticata”.
Financial Times
L’attacco russo contro l’ospedale pediatrico di Mariupol domina la prima pagina del Financial Times, che come altre testate sceglie la foto della donna incinta in barella in mezzo alle macerie per rendere con l’immediatezza di un’immagine l’orrore di questo bombardamento. “Zelensky accusa la Russia di atrocità per l’attacco contro l’ospedale, in un appello per l’aiuto del mondo”, dice il titolo di apertura che dà anche il senso ‘politico’ del fatto.
In prima pagina, il quotidiano della City pubblica anche un servizio sul conto che anche la Cina comincia a pagare per il conflitto scatenato dall’alleato Putin: “I maggiori produttori cinesi di smartphone stanno tagliando le loro spedizioni in Russia a causa del crollo del rublo e delle sanzioni occidentali, nonostante le pressioni di Pechino per sostenere Vladimir Putin dopo la sua invasione dell'Ucraina”, scrive Ft, secondo cui “i tagli, guidati da Huawei e Xiaomi, mostrano che gli sforzi del presidente cinese Xi Jinping e del suo omologo Putin per costruire uno stretto rapporto personale non stanno proteggendo i gruppi cinesi dalle ricadute economiche della guerra. Le sanzioni stanno inoltre rendendo difficile per le aziende cinesi sfruttare le opportunità create dall'esodo di gruppi occidentali dalla Russia”.
Il giornale ricorda che il commercio bilaterale tra Mosca e Pechino ha raggiunto il record di 146 miliardi di dollari lo scorso anno, con la Cina che rappresenta circa il 14% delle importazioni russe. “Ma – sottolinea - il calo di oltre il 35% del rublo rispetto al dollaro dopo l'invasione ha anche reso difficile per le aziende cinesi vendere i loro prodotti in Russia senza subire perdite”, perché dovrebbero far pagare ai clienti russi un prezzo in rubli molto più alto per compensare il tasso di cambio, “ma ciò è difficile dato il deterioramento dell'economia russa”.
The Times
Il Times sceglie l’attacco contro l’ospedale materno-infantile di Mariupol come notizia di apertura: “Madri e bambini nel mirino”, dice il titolo, sulla fotografia di una donna incinta portata su una lettiga tra le rovine. “I leader mondiali hanno reagito con indignazione dopo che una grande bomba sparata da un jet russo ha colpito il reparto maternità e bambini di un ospedale nella città ucraina assediata di Mariupol. Il presidente Zelensky ha condannato l'attacco come un crimine di guerra e ha pubblicato un video dei resti sventrati dell'ospedale”, scrive nel suo reportage l’inviato del quotidiano londinese.
Particolarmente attento agli aspetti militari del conflitto, il Times mette in prima pagina anche l’ammissione del Cremlino sull’uso di armi termobariche in Ucraina, bombe che utilizzano l’ossigeno risucchiandolo dal luogo in cui cadono, per produrre poi una combustione con l’effetto di creare una violenta corrente d’aria di un calore tale da uccidere le persone presenti.
Le Monde
I vertiginosi aumenti dei prezzi dell’energia ma anche della farina sono al centro dell’attenzione di Le Monde, che in apertura titola: “Gas, petrolio, grano: choc mondiale sui prezzi”. Il quotidiano sottolinea che la guerra in Ucraina “ha destabilizzato i mercati globali dell’energia e dell’agroalimentare” e che i rincari sono “una minaccia per il potere d'acquisto degli europei. Ma questa destabilizzazione di un'economia ancora troppo dipendente dai combustibili fossili dovrebbe farci capire che è anche un'opportunità per accelerare la transizione ecologica”, osserva Le Monde nel suo editoriale.
“Allo stesso modo in cui la crisi pandemica ha rivelato le nostre fragilità in termini di forniture, l'offensiva russa illustra l'urgente necessità di liberarsi da una morsa tossica, sia dal punto di vista ambientale che politico. Il sostegno all'Ucraina avrà un pesante prezzo economico per i paesi europei, che devono spingerci a intensificare gli sforzi che la lotta contro il riscaldamento globale ci imporrà, volenti o nolenti”, scrive il giornale, secondo cui “al di là del conflitto, l'energia senza emissioni di carbonio costerà necessariamente di più.
L'obiettivo della carbon neutrality entro il 2050 che l'Unione Europea si è prefissata implica un completo cambiamento della nostra economia e dei nostri stili di vita. Finora, pochi leader hanno avuto il coraggio di preparare gli animi a questa prospettiva. L'attuale shock energetico deve incoraggiarci a guardare in faccia la realtà”.
Le Figaro
Al vertice di Versailles che si apre oggi, “L’Europa cerca la risposta a Putin su energia e difesa” dice nel titolo di apertura Le Figaro, e sottolinea che i leader dell'Ue dovranno anche valutare la domanda di adesione dell'Ucraina. ”Questo vertice sarà quello di un balzo in avanti europeo?”, si chiede il quotidiano francese, che scrive: “Riuniti a Versailles, i leader dei Ventisette devono discutere di come l'Unione europea possa essere all'altezza delle proprie responsabilità di fronte all'aggressione russa in Ucraina. Come lo scorso 24 febbraio, l'incontro si preannuncia ricco di emozione. Ma la sensazione generale è quello che si è ormai superata una soglia”.
Nella bozza di dichiarazione finale, che il giornale anticipa, si legge infatti che "la guerra di aggressione della Russia costituisce un cambiamento tettonico nella storia europea". Nell’editoriale dal titolo “Terreno minato”, Le Figaro osserva: “C'è voluta l'invasione russa dell'Ucraina, che è diventata il più grande campo di battaglia d'Europa dalla seconda guerra mondiale, perché il periodico powwow dei ventisette capi di Stato e di governo si trasformasse in qualcosa di simile a un consiglio di guerra. Con il generale Macron in carica, tanto più attivo in quanto è in campagna elettorale, ‘l'Europa della difesa’ dovrebbe entrare in una ‘nuova fase’, questo giovedì e venerdì, sotto gli ori di Versailles”. L’attesa, insomma, secondo il quotidiano, è per un concreto passo avanti sulla difesa comune europea.
El Pais
“Atroce attacco a un reparto maternità”, titola in apertura El Pais. Il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol, secondo il quotidiano spagnolo, “avvicina l’Ucraina a una catastrofe umanitaria” e interroga il mondo intero, come sottolinea un commento intitolato “L’Ucraina grida, il mondo trema”. Sulla prima pagina, però, trova spazio anche il riavvicinamento americano a Venezuela e Iran, Paesi produttori di petrolio le cui forniture diventano necessarie dopo l’embargo americano sul greggio russo.
“Con la guerra di Putin escono dall’angolo i paria del petrolio”, sottolinea El Pais in un’analisi. È un altro effetto del conflitto in Ucraina, “uno tsunami geopolitico che altera gli equilibri su scala globale”.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
La chiusura dei fast food McDonald’s in Russia non metterà in ginocchio Putin ma simbolicamente segna “un punto di svolta” per i russi, dice nel titolo di apertura con foto delle code a mosca per l’ultimo hamburger la Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Ma il vero “punto di svolta”, spiega il quotidiano tedesco in un editoriale, è l’embargo Usa sul petrolio russo e la decisione dell’Ue di ridurre di due terzi i suoi acquisti: “La politica sanzionatoria occidentale varca così una soglia che rappresenta una minaccia per il futuro della Russia. Quando si è trattato delle misure adottate contro le banche o l'industria, il Cremlino avrebbe potuto essersi persuaso che sarebbero state revocate ad un certo punto dopo la guerra. L'allontanamento dalle forniture energetiche russe, che l'Occidente sta ora affrontando, è a lungo termine e sta arrivando molto più velocemente di quanto si potesse immaginare solo pochi giorni fa”, sottolinea la Faz, che in prima pagina mette in risalto l’irritazione della Germania per l’iniziativa della Polonia di offrire aerei da caccia all’Ucraina.
“Il cancelliere federale Olaf Scholz (Spd) si oppone alla messa a disposizione dell'Ucraina di aerei da combattimento Mig-29 forniti dalla Polonia tramite la base aerea americana di Ramstein in Germania”, scrive il giornale e aggiunge: “Il governo federale continuerà a pensare alle consegne di armi, ma ‘questo certamente non include gli aerei da combattimento’, ha affermato Scholz dopo un incontro con il primo ministro canadese Justin Trudeau mercoledì a Berlino”. Il quotidiano riferisce anche di una nuova telefonata di Scholz a Putin per chiedere “un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina”.
China Daily
In linea con le accuse rivolte ieri dalla Cina a Nato e Usa di aver provocato il conflitto in Ucraina, il China daily scrive che “né la guerra né le dure sanzioni economiche porteranno a una soluzione duratura dell'attuale crisi, che va al di là di Russia e Ucraina. Una soluzione diplomatica è l'unica via d'uscita”, ma “quell'opportunità è stata sprecata settimane fa quando gli Stati Uniti e la Nato hanno rifiutato di affrontare la principale preoccupazione della Russia per la sicurezza di fermare l'ulteriore espansione della Nato verso est nella loro risposta alle richieste della Russia”.
Per dar forza a queste considerazioni, il quotidiano utilizza dichiarazioni di Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations con sede a New York ed ex capo della pianificazione politica del Dipartimento di Stato, secondo il quale gli Stati Uniti potrebbero subito disinnescare le tensioni dicendo che non hanno intenzione di fare dell'Ucraina un membro della Nato nel prossimo futuro”. Il giornale cita anche il senatore statunitense Bernie Sanders, il quale ha dichiarato che “gli Stati Uniti non accetterebbero che Cuba, il Messico o qualsiasi altro paese dell'America centrale o Latina formi un'alleanza militare con un avversario degli Stati Uniti”.
Il quotidiano sottolinea infine che “la Cina, che ha relazioni amichevoli sia con la Russia che con l'Ucraina, vuole porre fine al conflitto, a differenza di alcuni paesi che hanno buoni legami con una sola parte e cercano di trarre profitto dalla crisi, spesso aggiungendo benzina sul fuoco”.
Quotidiano del Popolo
Una critica del’embargo americano sul petrolio russo che pare volta a mettere un cuneo tra Usa e Ue si legge sul People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese. All’indomani delle accuse di rivolte da Pechino a Washington e alla Nato di essere responsabili della guerra in Ucraina, il giornale ufficiale del Pcc scrive che l’America “ha colto l'occasione del conflitto Russia-Ucraina per spingere verso un’ulteriore separazione economica tra Russia e Occidente”, e “la mossa degli Stati Uniti di sollecitare gli alleati europei sulle sanzioni energetiche contro la Russia ha un motivo molto egoistico, poiché non solo gli Stati Uniti cercano di indebolire la strategia di autoindipendenza dell'Europa serrando i legami economici dell'Europa con gli Stati Uniti”, ma “usano le sanzioni contro la Russia come scusa per estendere spietatamente la loro compressione di Paesi terzi, inclusa la Cina”.
Ciò detto, il quotidiano ribadisce che la Cina è contraria alle sanzioni e che non si aspetta che le sue forniture energetiche possano soffrirne. Significativamente in evidenza, le dichiarazioni di un portavoce dell’esercito cinese che promette “tolleranza zero per ogni atto separatista degli indipendentisti di Taiwan”. L’apertura è però inevitabilmente per la conclusione della sessione di lavori del Congresso nazionale del popolo, il Parlamento cinese, dove “i deputati hanno presentato 487 proposte sull'accelerazione della legislazione in materia di energia, economia digitale, istruzione prescolare, assistenza agli anziani e protezione dei diritti e degli interessi delle donne”.