AGI - Le forze russe colpiscono con durezza sempre maggiore le città ucraine, causando sempre più morti tra i civili, e questo è il tema dominante sulle prime pagine dei maggiori giornali internazionali, che si preoccupano di considerare gli effetti di questa brutale offensiva: politicamente, pone con crescente forza l’esigenza di aiutare militarmente l’Ucraina; sul campo, produce un esodo di profughi, il numero è già vicino al milione, che potrebbe diventare la più grave crisi umanitaria dalla fine della seconda guerra mondiale. Varie testate sottolineano che Mosca ha ammesso per la prima volta un consistente numero di perdite tra i suoi militari, il che potrebbe accrescere il malumore dei russi per la guerra di Putin. Ecco la nostra panoramica.
Washington Post
“La guerra risveglia l’Europa, fa concentrare l’America, ridisegna un ordine globale”: con questo titolo il Washington Post prova a dare il senso geopolitico dell’offensiva militare scatenata da Putin in Ucraina, dove “le forze russe assediano le principali città”, come l’apertura del quotidiano. “In una settimana di guerra, la vita entro i confini dell'Ucraina è stata sconvolta, ma il brutale assalto lanciato dal presidente russo Vladimir Putin giovedì scorso si è riverberato anche in tutto il mondo, guidando la storia in una nuova direzione e cambiando 75 anni di relazioni tra alcuni i paesi più potenti e ricchi del mondo”, scrive il ‘Post’ in un’analisi. “Le guerre regionali – spiega - spesso finiscono per scatenare il caos ben oltre i campi di battaglia; La guerra civile in Siria, ad esempio, ha risucchiato allo stesso modo gli Stati Uniti, le potenze dell'Europa occidentale e la Russia. Ma la guerra in Ucraina ha ristrutturato quasi istantaneamente le dinamiche del potere globale, in parte a causa del tintinnio della sciabola nucleare di Putin e in parte perché il mondo è diventato molto più interconnesso negli ultimi anni: nel commercio, nella tecnologia, nei media e nella politica”. Tra i molti servizi sulla guerra, con reportage sulla tragedia della popolazione civile e sugli sviluppi militari, si segnala un ritratto di Mykhailo Fedorov, il più giovane ministro del governo Zelensky, che usa Twitter per spingere le aziende della Silicon Valley, a cominciare da Apple, a boicottare la Russia. A parte l’Ucraina, in prima pagina si sono anche altre due notizie di rilievo. La prima riguarda l’inchiesta parlamentare sull'attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio: i legali che assistono la commissione, in un’istanza depositata presso una Corte federale in California per ottenere le email rifiutate da un deputato repubblicano, hanno scritto che l'ex presidente Donald Trump e i suoi principali collaboratori “si sono impegnati in potenziali crimini nel loro tentativo di ribaltare le elezioni”, ossia in una “cospirazione per frodare gli Stati Uniti e ostacolare un procedimento ufficiale del Congresso, il conteggio dei voti elettorali”. L’altra notizia riguarda il muro costruito da Trump al confine con il Messico: secondo dati ufficiali della polizia di frontiera, è stato bucato in almeno 3.272 punti dai trafficanti messicani e il governo ha speso 2,6 milioni di dollari per le riparazioni.
New York Times
L’escalation dei bombardamenti contro la popolazione civile viene messa in evidenza sulla prima pagina del New York Times, che nello stesso titolo sottolinea anche la caduta di Kherson “prima importante città ucraina presa dai russi”. Il giornale analizza anche la paura dei Paesi dell’Europa orientale: “temono che si prepari una catastrofe anche per loro, perché Putin cerca di girare all’indietro le lancette dell’orologio e rivendicare la perduta sfera di influenza della Russia, pericolosamente vicino alle loro frontiere. Anche i leader della regione che in passato avevano sostenuto Putin stanno lanciando l'allarme”, rileva il Nyt, e commenta: “Gli avvertimenti sulle intenzioni di Mosca, spesso liquidati fino all'invasione dell'Ucraina di giovedì scorso come ‘russofobia’ da coloro che non hanno sperimentato la vita in prossimità della Russia, sono ora considerati ampiamente come preveggenza”. In un servizio da Sochi, città russa sul Mar Nero, il giornale racconta poi che “la dura realtà della guerra penetra in profondità tra i russi”, veicolata anche dal bilancio ufficiale dei caduti diffuso ieri dal ministero della Difesa di Mosca: 498. Il Nyt rimarca che, per quanto le cifre sui morti in guerra siano “notoriamente inattendibili”, si tratta del numero più alto di soldati che la Russia ammette di aver perso dai tempi della guerra in Cecenia nel 1999, anno in cui Putin salì al potere.
Wall Street Journal
Il Wall Street Journal sceglie anche oggi di mettere al centro della sua prima pagina le sofferenze della popolazione civile ucraina e titola in apertura: “Gli attacchi russi costano un pesante bilancio”. Questo, rileva il giornale, da un lato “accresce la pressione sui leader occidentali perché facciano qualcosa di più per aiutare l’Ucraina” ma dall’altro “diminuisce le opzioni” a disposizione per farlo. Tutti, Biden per primo, riconoscono che perché le sanzioni producano effetti ci vorrà tempo, e comunque si tratta di una reazione che non ha ricadute immediate sul campo di battaglia. Il Wsj cita fonti Nato secondo cui in uno scenario del genere “i Paesi occidentali potrebbero tentare di inviare un sostegno più sostanziale all'Ucraina attraverso canali privati”. Ma le fonti dell’Alleanza non specificano cosa ciò comporterebbe, mentre fonti europee riferiscono che di questo si è già discusso negli ambienti governativi dei 27, dove la sensazione è che "la situazione si sta aggravando e Putin sembra desideroso che si intensifichi, sta seguendo una logica di guerra". In evidenza anche l’aumento del prezzo del petrolio che ha superato i 110 dollari al barile su un mercato globale “strapazzato” dalla guerra: “Il balzo dei prezzi riflette l’incerto nuovo ordine incerto che va emergendo tra i principali acquirenti e venditori mondiali di petrolio, poiché le consolidate ipotesi su come i principali attori avrebbero reagito in caso di shock dell'offerta sono state smentite dal rapido mutamento delle visioni geopolitiche sulla Russia”.
Financial Times
“La Russia picchia sulle città ucraine”, titola in apertura il Financial Times, che nei punti di sommario sottolinea tre aspetti di un conflitto sempre più violento e dall’esito sempre più incerto. Il primo, di significato specialmente importante per chi si augura proteste dei russi tali da mettere Putin all’angolo, è che Mosca per la prima volta ammette consistenti perdite tra le sue truppe e parla di quasi 500 militari caduti durante l’invasione. Il secondo riguarda le “turbolenze” del mercato del petrolio, dove il greggio di riferimento, il Brent, sfonda i 110 dollari al barile (stamattina si è spinto oltre 117). Il terzo, che pone una sfida imponente ai Paesi europei confinanti con l’Ucraina, e non solo, è quello dei profughi: sono già fuggite 870.000 persone, secondo dati dell’agenzia Onu per i rifugiati, e la fuga dei civili ucraini dalle bombe di Putin continua. Potrebbe essere “la crisi umanitaria più grave da un secolo”, sottolinea Ft. In prima pagina anche la ‘svendita’ dei beni degli oligarchi russi, che sono in fuga dalle loro attività in Occidente per evitare che i patrimoni finiscano sotto la scure delle sanzioni economiche. Il titolo è su Abramovic che vende il Chelsea e su Friedman e Aven che escono da LetterOne.
The Times
Un’impressionate fotografia di case sventrate che si innalzano su un tappeto di rovine nella località ucraina di Zhytomir, montata a tutta pagina, regge il titolo “Putin riduce in macerie le città”. Così il Times mette drammaticamente l’accento sulle conseguenze degli indiscriminati bombardamenti russi, che “polverizzano scuole e ospedali” mentre il numero dei morti tra i civili aumenta, e supera già i 2.000. Il quotidiano britannico è il primo tra i più importanti giornali europei a raccontare un risvolto misconosciuto: quello dei soldati russi catturati dagli ucraini. Un articolo racconta di questi prigionieri di guerra, che si aspettavano di essere gli eroi di una conquista e sono finiti in balia del nemico. Gli ucraini, scrive il Times, contattano le famiglie di questi giovani militari in Russia e le invitano a venire a riprendersi i loro ragazzi a Kiev.
Le Monde
Originale lo spunto di Le Monde, che in prima pagina propone un confronto tra Putin e Zelensky, un “faccia a faccia nella guerra”, per sottolineare il diverso profilo dei due presidenti. L’ucraino, sconosciuto al suo arrivo al potere nel 2019, adesso lodato per il suo coraggio e considerato un eroe dalla gente del suo Paese.
Il russo, un “capo solitario”, impenetrabile, indecifrabile, sui cui tutti, i suoi compatrioti come gli occidentali, si interrogano chiedendosi cosa pensi, quali saranno le sue prossime mosse, mentre crescono i dubbi sulla sua salute mentale e si ipotizza che sia un folle. Il quotidiano ricorda la battuta che Angela Merkel si lasciò sfuggire dopo una lunga conversazione con il leader del Cremlino: “Ha perso il contatto con la realtà”. Le Monde dedica poi un servizio alla possibilità che la Cina assuma un’iniziativa di mediazione per favorire una soluzione negoziata della crisi, e in un reportage racconta dei 250 militari francesi che in Romania contribuiscono a gestire l’accoglienza dei profughi ucraini.
Le Figaro
Il “solenne discorso” del presidente francese Emmanuel Macron è il fatto centrale sulla prima pagina di Le Figaro. Il capo dell’Eliseo, scrive il giornale, ha ribadito l’indefettibile sostegno della Francia all’Ucraina e la sua volontà di “ottenere la fine dei combattimenti”. Il giornale nota: “Pur assicurando che ‘la Francia non è in guerra con la Russia’, il capo di stato ha difeso le sanzioni occidentali contro Mosca” e nel contempo ha detto di voler "’rimanere in contatto’ tanto quanto ‘necessario’ con Vladimir Putin” per "cercare instancabilmente di convincerlo a rinunciare alle armi, di aiutare quanto può la Francia nel contesto dei colloqui e di prevenire il contagio e l'allargamento del conflitto". Il discorso alla nazione di ieri sera, sottolinea Le Figaro, cade a ridosso della scadenza del termine per ufficializzare la ricandidatura alla presidenza. A Macron restano solo due giorni per formalizzarla.
El Pais
Punta sulla crisi umanitaria causata dall’attacco di Putin El Pais, che titola: “L’assedio russo innesca il maggior esodo di rifugiati da 75 anni”. L’allarme è di Filippo Grandi, il capo dell’Uhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, secondo cui si potrebbe raggiungere un totale di 4 milioni di civili in fuga dall’Ucraina: “L'entità della crisi umanitaria in Ucraina - Paese di 44,3 milioni di abitanti - è evidente nella velocità con cui le cifre cambiano.
Quando l'offensiva russa è iniziata appena sette giorni fa, si parlava di decine di migliaia di potenziali rifugiati. Pochi giorni dopo erano già centinaia di migliaia. Oggi quasi un milione”, scrive il quotidiano spagnolo. La maggioranza sono passati in Poloni, il resto, nell'ordine, in Ungheria, Moldova, Slovacchia, Romania e Russia, “principalmente senza altra prospettiva che quella di uscire dall'Ucraina e aspettare di vedere come si svolgeranno gli eventi”.
Perché, come spiega da Isaccea, un piccolo porto rumeno sul Danubio, Sorin Ionita, direttore del think tank Expert Forum, “il profilo sta cambiando”: prima gli ucraini in fuga “andavano a casa di un parente o di un conoscente, ora non hanno un piano". Spazio in prima pagina anche per la notizia dell’archiviazione dell’indagine sull’ex re di Spagna Juan Carlos, “malgrado le irregolarità fiscali” riscontrate.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Il voto dell’Assemblea generale dell’Onu, dove 141 Paesi hanno approvato la risoluzione (non vincolante) che chiede alla Russia di cessare le ostilità e ritararsi immediatamente dall’Ucraina, è la notizia principale per la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il giornale tedesco la mette in apertura e sottolinea che “cinque Stati hanno votato contro: insieme a Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea e Siria” e che “ci sono state 35 astensioni, anche da Cina, India e Iran”.
È mancata, dunque, l’unanimità, e “anche se in Assemblea generale nessun singolo Paese può bloccare una risoluzione”, il voto mostra che Mosca non è priva di sponde sullo scenario internazionale. In rilievo sulla prima pagina anche le dichiarazioni del ministro tedesco dell’Energia, il verde Habeck, che apre all’ipotesi di un ritorno al carbone per far fronte alla crisi energetica causata dalla guerra. Sulla Faz ricompare, poi, in primo piano il tema del Covid, con la decisione dei laender di Renania-Palatinato e Meclemburgo-Pomerania occidentale che hanno dato via libera alla revoca delle restrizioni.
China Daily
Un aumento dei casi di Covid è tra i principali rischi della guerra in Ucraina, segnala – distinguendosi per la singolare scelta – il China Daily, che valorizza la conferenza stampa tenuta ieri dal direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesu: "Prima del conflitto, l'Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di Covid-19. I bassi tassi di test dall'inizio del conflitto significano che è probabile che ci sia una significativa trasmissione non rilevata. Insieme a una bassa copertura vaccinale, questo aumenta il rischio di un gran numero di persone che sviluppano malattie gravi", ha affermato Tedros, come riporta il giornale cinese, che si preoccupa anche di segnalare come “la carenza critica di ossigeno avrà un impatto sulla capacità di curare i pazienti con Covid-19 e molte altre patologie”.
Quotidiano del Popolo
Punta sulla seconda sessione di colloqui tra Russia e Ucraina il People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, che titola sull’attesa per l’incontro, in programma oggi a Belovezhskaya Pushcha, al confine tra Bielorussia e Polonia, mentre “l'attività militare in Ucraina continua”, scrive il giornale senza usare la parola guerra.
“L'esercito russo ha stabilito un corridoio sicuro per consentire alla delegazione ucraina di spostarsi attraverso il territorio ucraino”, riferisce citando portavoce di Mosca, secondo cui “la possibilità di un cessate il fuoco, tra le altre cose, sarà discussa durante i colloqui”. La notizia più importante in prima però è, come sempre, un intervento di Xi Jinping. Oggi si tratta di una lettera inviata dal leader alla Forza di polizia popolare di Shanghai, invitata a “essere sempre il fedele guardiano del Partito comunista e del popolo”.