AGI - I ventisette Stati dell'Ue hanno dato il via libera per applicare, per la prima volta nella storia, la direttiva per la protezione temporanea degli sfollati e accogliere chi è in fuga dall'Ucraina. Per arrivare all'unanimità sono stati però inseriti alcuni paletti, voluti in particolare dalla Polonia, per limare lo status ai cittadini non ucraini.
"La direttiva sarà applicata all'insieme dei cittadini ucraini, ai loro familiari così come ai beneficiari della protezione internazionale già rifugiati in Ucraina e ai cittadini di Paesi terzi con un permesso di residenza di lunga durata nel Paese. Per questa ultima categoria gli Stati membri potranno scegliere se applicare la protezione temporanea, decisa oggi, o una legislazione nazionale nel rispetto delle norme del diritto europeo", ha spiegato il ministro dell'Interno francese (Paese che ha la presidenza di turno dell'Ue), Gerard Darmanin, al termine del Consiglio affari interni.
Tradotto: gli ucraini avranno diritto a un permesso di soggiorno immediato che permetterà loro anche di lavorarare. La durata è di un anno, prorogabile fino a tre. I non ucraini dipenderanno invece dallo Stato che esaminerà la loro richiesta. Potranno ottenere lo stesso trattamento oppure avere la protezione nazionale che è generalmente limitata e che, in caso di non diritto all'asilo, potrebbe concludersi con il rimpatrio.
Rimpatrio certo, invece, per i cittadini non ucraini che hanno un permesso di soggiorno di durata temporanea. Non solo i lavoratori ma anche gli studenti. "Ci sono tanti cittadini di Paesi terzi che vivono in Ucraina che sono lavoratori temporanei o solo studenti. Non sono coperti dalla direttiva di protezione temporanea ma saranno aiutati fuori dall'Ucraina e saranno tutti accolti in Europa dove avranno la sistemazione necessaria. Contatteremo poi i loro Paesi d'origine che invieranno aerei per riportarli a casa in sicurezza", ha spiegato la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson.
Nella sua proposta, la Commissione aveva equiparato i residenti di lungo termine ai cittadini ucraini, inserendoli tra i beneficiari della protezione temporanea garantita dalla direttiva approvata oggi. "La proposta della Commissione diceva che chi ha nazionalità di un Paese terzo ed è residente da tempo in Ucraina dovrebbe essere coperto mentre ora dice che dovrebbe essere coperto dalla direttiva sulla protezione temporanea o dalla legislazione nazionale", ha confermato Johansson.
"Abbiamo preparato questa proposta molto in fretta senza avere il tempo di consultare gli Stati membri e alcuni governi hanno voluto fare aggiustamenti", si è giustificata. "Verrà consentita la protezione temporanea agli ucraini e anche ai soggetti non ucraini che risiedono nel territorio con la possibilità, per questi ultimi, di avere un altro tipo di protezione, quello stabilito a livello nazionale purchè in linea con le norme di carattere generale europeo" e "credo che sia un ottimo risultato", ha commentato la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese.
"Dobbiamo essere soddisfatti - ha aggiunto - per l'applicazione di questa direttiva che non era stata mai portata avanti dal 2001 ed è un'applicazione che è in linea con tutta l'attività posta in essere dall'Europa, dai 27 Paesi sia in termini di sanzioni" alla Russia "che di sostegno al popolo ucraino", ha aggiunto.
In ogni caso sarà una grande sfida per l'Unione. Già quasi un milione di rifugiati ha varcato la soglia dell'Ue questa settimana. Le stime parlano di un esodo di 7-8 milioni di persone mentre secondo le ultime previsioni dell'Onu i profughi potrebbero essere anche più di 10 milioni. "Ma questa volta siamo più preparati rispetto al 2015", assicura Johansson.