AGI - Un allargamento a Est dell'Alleanza Atlantica, fino ai confini della Russia, si sarebbe trasformato nell'"errore più fatale della politica americana dopo la fine della Guerra Fredda". A scriverlo, in un commento pubblicato dal New York Times, fu, nel 1997, uno dei diplomatici statunitensi con la conoscenza più profonda della Russia: George Frost Kennan (1904-2005), padre della politica di "contenimento" nei confronti di Mosca e tra gli architetti del Piano Marshall.
"Si può prevedere che una simile decisione" - che allora iniziò a essere dibattuta - "potrebbe infiammare le tendenze nazionaliste, antioccidentali e militariste nell'opinione pubblica russa, avere un effetto avverso sullo sviluppo della democrazia russa, ripristinare l'atmosfera della Guerra Fredda nelle relazioni Est-Ovest e spingere la politica estera russa in direzioni a noi decisamente gradite", fu il monito, decisamente profetico di Kennan, "e, in ultimo ma non per importanza, potrebbe rendere molto più difficile, se non impossibile, assicurare che la Duma ratifichi l'accordo Start II e ottenere ulteriori riduzioni degli armamenti nucleari".
"Ovviamente è un peccato che la Russia debba affrontare una simile sfida in un momento in cui il suo potere esecutivo è in uno stato di elevata incertezza, quasi di paralisi", osservò Kennan, "è doppiamente un peccato considerando la totale mancanza di qualsiasi necessita' per questa mossa".
"Perchè, con tutte le prospettive di speranza generate dalla fine della Guerra Fredda - fu l'interrogativo dell'ex ambasciatore Usa in Jugoslavia - le relazioni Est-Ovest dovrebbero concentrarsi sulla questione di chi sarebbe alleato con chi e, di conseguenza, contro chi in un futuro fantasioso, totalmente imprevedibile e molto improbabile conflitto militare?".
"Sono consapevole, ovviamente, che la NATO sta conducendo colloqui con le autorità russe nella speranza di rendere tollerabile e appetibile l'idea di espansione alla Russia. Si può, nelle circostanze esistenti, solo augurare il successo di questi sforzi. Ma chiunque presti una seria attenzione alla stampa russa non può non notare che nè l'opinione pubblica nè il governo aspettano che avvenga l'espansione proposta prima di reagire", proseguì Kennan, "i russi sono poco colpiti dalle assicurazioni americane che non riflette intenzioni ostili.
Vedrebbero il loro prestigio (sempre al primo posto nella mente russa) e i loro interessi di sicurezza come influenzati negativamente. I russi, concluse il diplomatico, "ovviamente non avrebbero altra scelta che accettare l'espansione come un fatto compiuto militare. Ma continuerebbero a considerarlo un rifiuto dell'Occidente e probabilmente cercherebbero altrove le garanzie di un futuro sicuro e pieno di speranza per loro stessi".