Molti giornali internazionali vedono l’Ucraina sull’orlo della guerra mentre la diplomazia consuma febbrilmente i suoi tentativi, sullo sfondo di un crescente rafforzamento militare russo ai confini. E segnatamente in Bielorussia, dove le truppe schierate per le esercitazioni militari congiunte, potrebbero restare a lungo. I diversi scenari tattici e strategici dominano le prime pagine, sulle quali c’è spazio anche per la conclusione delle Olimpiadi invernali di Pechino. Ecco una panoramiche dei maggiori quotidiani esteri.
WASHINGTON POST
Biden è disponibile a incontrare Putin, purché l’invasione dell’Ucraina non avvenga. E’ la nuova mossa nella lunghissima, tesa partita a scacchi tra l’Occidente e la Russia, alla quale il Washington Post dedica il titolo principale della prima pagina. Il giornale ha ottenuto documenti dai quali risulta che “gli Stati Uniti hanno avvertito le Nazioni Unite di avere informazioni credibili che dimostrano che Mosca sta compilando elenchi di ucraini ‘da uccidere o mandare nei campi dopo un'occupazione militare’". Alla crisi è dedicato anche un ritratto di Putin, che nei 22 anni al potere “si è evoluto da un ripensamento dei leader di Washington all'uomo più osservato e supplicato al mondo, usando la forza militare russa ricostituita per costringere il mondo a fare i conti con i suoi interessi dopo aver lamentato per anni di essere ignorato. La sua ultima belligeranza – sottolinea il quotidiano - segue due anni di isolamento pandemico e otto anni di sanzioni occidentali che secondo gli analisti hanno alimentato la mentalità da bunker che Putin ha mostrato sin dai suoi primi anni”. Un servizio riferisce che i docenti di varie università in Texas, Alabama e altrove, stanno combattendo contro i progetti di legge statali sulla “teoria critica della razza”, sgradita agli ultraconservatori, approvando risoluzioni a sostegno della libertà accademica. Spazio ai dubbi delle famiglie dei 12 militari statunitensi uccisi nell'attentato all'aeroporto di Kabul il 26 agosto scorso assieme a 170 afghani: si chiedono se il Pentagono abbia distorto i risultati delle indagini. La chiusura delle Olimpiadi invernali di Pechino offre lo spunto per una riflessione sul Comitato olimpico internazionale e le sue regole: “Confondere passività e unità e tutte le politiche forzate per produrre uguaglianza incoraggiano i Paesi accusati di trasgressione a vivere le loro vite incontrastati. Niente incuba il cattivo comportamento meglio del buon comportamento inconscio delle persone investite nella creazione di una facciata di unione.La governance olimpica non è apolitica. È avventatamente illogica”, scrive il ‘Post’.
NEW YORK TIMES
“Inghiottirsi l’Ucraina oppure sbocconcellarla”: la mette così il ‘New York Times’ in un servizio dedicato alle diverse modalità di un ipotetico attacco russo, sul cui pericolo gli Usa continuano a insistere. Il giornale mette l’accento sui rapporti dell’intelligence americana secondo cui il Cremlino ha dato già l’ordine di invasione, e si esercita nel disegnare vari scenari militari sui quali, sottolinea, “si saggia come l’Occidente reagirebbe”. C’è anche un reportage dal Donbass, “l’enclave ribelle che sta al centro della crisi”. Il quotidiano pubblica una maxifotografia della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Pechino, a corredo di un’editoriale dal titolo eloquente: “Coprendo le macchie con il luccichio Pechino chiude i giochi”, perché “nonostante tutti gli sforzi della Cina per portare avanti i Giochi Invernali con uno spirito festivo, Pechino 2022 si è svolto come uno spettacolo senza gioia: stretto da un disastro sanitario globale, irto di tensioni geopolitiche, contaminato ancora una volta con le accuse di doping e oscurato dalla crisi in Ucraina”.
WALL STREET JOURNAL
Edizione del weekend per il Wall Street Journal, che non esce il lunedì, e quindi ha una prima pagina ferma alle notizie di sabato. Superato appare, perciò, il titolo sull’Ucraina mentre resta interessante il servizio che il quotidiano dedica all’estrazione petrolifera statunitense con il sistema del ‘fracking’: le società hanno convenuto tempo fa di limitare la produzione, e manterranno l’impegno anche se adesso il barile sta per sfiorare i 100 dollari, prezzo che non si vedeva dal 2014, scrive il giornale. Da leggere anche un’analisi su come e perché Facebook stia perdendo pubblicità da parte delle aziende di commercio on line. Un conto da 10 miliardi di dollari per il ‘social’. C’entrano le nuove regole sulla privacy.
FINANCIAL TIMES
Lo stazionamento delle truppe russe in Bielorussia durerà a lungo. A dirlo è il governo bielorusso di Alexander Lukashenko, in grande sintonia con Putin, a margine delle esercitazioni missilistiche congiunte che si sono svolte sotto il coordinamento dei due presidenti. E il Financial Times mette l’accento su questo aspetto della complessa crisi ucraina, sottolineando che le truppe ammassate da Mosca in territorio bielorusso ai confini dell’Ucraina non sembrano destinate a un ritiro nel breve termine. Intanto, continuano gli sforzi diplomatici, ma anche le schermaglie nel Donbass e Kiev, secondo il quotidiano della City, appare “vulnerabile”. In prima pagina c’è anche un’analisi finanziaria secondo cui le maggiori società petrolifere si preparano a un riacquisto massiccio di loro azioni, per un totale di 38 miliardi di dollari, mentre i prezzi dell’energia aumentano.
THE TIMES
Nel Regno Unito cadono tutte le restrizioni anti Covid, compresa la quarantena per i malati, ed è su questa notizia che centra la sua prima pagina il ‘Times’. Il titolo rimarca “l’orgoglio” di Boris Johnson per questa decisione, cui si accompagna un piano per convivere con il virus senza che la normalità della vita quotidiana debba soffrirne. In un riquadro di questo articolo, trova spazio il contagio della regina Elisabetta, con un titolo sui “sintomi blandi” accusati dalla sovrana. Nel listone in fascia alta c’è l’Ucraina: “Crescono i timori di un’invasione mentre la Russia non ritira le truppe”.
LE MONDE
La prima pagina di ‘Le Monde’, che non esce di lunedì, è quella di ieri. L’Ucraina ha risalto con un titolo centrato sul Donbass, dove si è ripreso a sparare e si può materializzare “lo scenario peggiore”. Il giornale offre un interessante servizio che compara i servizi assistenziali per gli anziani nei vari Paesi: si stima che nel 2045 il 20,7% della popolazione europea avrà più di 70 anni, a fronte del 13,4% di oggi. Il problema, dunque, esiste e ‘Le Monde’ indaga sulle varie soluzioni, dalle comunità nei Paesi nordici all’assistenza domiciliare in Italia. Un reportage dalla regione delle Ardenne, ultima roccaforte dei ‘gilet gialli’ informa su come sopravvivono gli irriducibili del movimento nato da proteste contro il caro carburante e afflosciatosi dopo settimane di manifestazioni violente a Parigi.
LE FIGARO
“Putin serra il cappio sull’Ucraina”, titola ‘Le Figaro’ riecheggiando le parole usate qualche giorno dal presidente tedesco Steinmeier nel monito che, appena rieletto, rivolse al presidente russo. Il quotidiano registra che “mentre la tensione cresce, l’Occidente tenta di evitare la guerra” e il “presidente russo accetta di negoziare, senza concedere nulla”. Un articolo fa il punto su come i datori dei lavoro si stanno atteggiando in Francia sull’aumento dei salari, mentre un titolo offre il bilancio dello sport francese alle Olimpiadi invernali di Pechino.
EL PAIS
Le lotte intestine che dilaniano il Partito popolare spagnolo restano il tema forte sulla prima pagine di ‘El Pais’. Il leader Pablo Casado, contrario a un’alleanza con i neofranchisti di Vox in Castiglia e per questo attaccato nei giorni scorsi da Isabel Diaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid, favorevole invece al patto, sembra sempre più isolato ma non molla. Molti capi territoriali del partito ne chiedono le dimissioni e la convocazione conseguente di un congresso. La notizia è corredata da un sondaggio, secondo il 59% degli spagnoli è preoccupato per un eventuale ingresso di Vox nel governo regionale della Castiglia. Titolo per l’Ucraina focalizzato sugli scontri in Donbass, che “accrescono i timori di una guerra”, e un servizio sulle banche che rafforzeranno i loro servizi di assistenza telefonica per gli anziani.
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
“La Germania seconda alle Olimpiadi” invernali di Pechino, titola in apertura la Frankfurter Allgemenine Zeitung, che subito sotto mette in risalto un tema di politica interna: il dibattito sull’eutanasia, che somiglia un po’ a quello nostrano. Anche la Corte costituzionale tedesca si era pronunciata tempo fa invitando il Parlamento a regolamentare il suicidio assistito. Il Bundestag ne discute, con varietà di posizioni. Il vicepresidente della commissione Sanità, Kirsten Kapper-Gonther, dei Verdi, insiste per introdurre norme sulla prevenzione del suicidio, e in particolare sottoporre chi chieda di mettere fine alla sua vita a un doppio esame psicologico da parte di una commissione di esperti. L’Ucraina è impaginata in taglio centrale. La Faz, come fa il Financial Times, valorizza la permanenza delle truppe russe in Bielorussia e le accuse di Minsk all’Occidente di soffiare sui venti di guerra.
CHINA DAILY
La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali, “Addio Pechino, ciao Milano”, è l’inevitabile tema centrale per il ‘China daily’, che fa un bilancio dei giochi, non solo dal punto di vista sportivo. Sono stati “un brillante esempio per il mondo”, scrive il quotidiano che elogia l’organizzazione e ne sottolinea la riuscita. C’è spazio anche per l’Ucraina, con un articolo centrato sull’intervento del ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, alla conferenza di Monaco: “La Cina ha invitato i paesi ad assumersi le proprie responsabilità e lottare per la pace piuttosto che aumentare la tensione, creare panico e persino promuovere guerre sulla questione ucraina”. L’idea di Wang Yi è che i Paesi dell’Europa orientale dovrebbero il ponte tra Oriente e Occidente.
QUOTIDIANO DEL POPOLO
“Olimpiadi veramente eccezionali” si sono chiuse ieri a Pechino, titola il People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, che riporta ampiamente le dichiarazioni del presidente del Cio, Tohomas Bach: "Lo spirito olimpico non poteva che brillare così brillantemente, perché il popolo cinese ha preparato il palcoscenico in un modo così eccellente - e in un modo sicuro", ha detto Bach, che si è profuso in elogi incondizionati sull’”organizzazione – straordinaria” e “l’esperienza indimenticabile che è stata possibile solo grazie ai nostri gentili padroni di casa, il popolo cinese”. Anche qui, in evidenza l’intervento del ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, alla conferenza di Monaco sull’Ucraina. Il giornale arricchisce l’articolo con i commenti di Cui Hongjian, direttore del dipartimento di studi europei presso il China Institute of International Studies: "La Cina non è disposta a vedere l'Europa impantanata in conflitti geopolitici, sostiene l'autonomia strategica europea e spera che l'Europa prenda in mano il destino regionale". Un modo per sottolineare che, secondo Pechino, gli Usa non dovrebbero avere il peso preponderante nella crisi. Perché, e queste sono parole di Wang Yi, “nessun Paese, nemmeno una superpotenza, dovrebbe sostituire le norme internazionali con la propria volontà, tanto meno mettersi al di sopra delle norme internazionali".