AGI - La visita di Emmanuel Macron a Mosca per ottenere una de-escalation relativamente alla crisi ucraina segnerà in senso positivo o negativo la relazione fra il presidente francese e il suo omologo russo, Vladimir Putin. Da quando è stato eletto nel 2017, Macron ha tentato di migliorare le relazioni con Mosca, riuscendo a stabile una discreta intesa con Putin nonostante alcuni delicati dossier come la Siria, l'Ucraina e il rispetto dei diritti umani in Russia.
E proprio a causa dell'Ucraina toni e approcci sono adesso cambiati. Gli Usa e i suoi alleati temono una invasione da parte delle truppe russe e anche Macron si è sentito in dovere di avvertire il capo del Cremlino sulle conseguenze negative che vi sarebbero in caso di invasione. Sembra lontana la cordialità (comunque apparente) del primo faccia a faccia fra i due leader nella reggia di Versailles, nel maggio 2017.
Nelle prossime ore si capirà forse un po' meglio il probabile esito della crisi, anche se il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha raffreddato le aspettative affermando che "la situazione è troppo complessa per attendersi grandi passi in avanti nel corso di una riunione".
Dopo il summit di Versailles, nel 2018 ci fu quello a San Pietroburgo, dove Macron affermò che "la Russia è una parte inalienabile dell'Europa". Nel 2019 i due leader si rividero in Francia, al forte di Bragancon, residenza ufficiale del capo dello Stato francese. Quell'incontro è stato considerato come il momento più significativo nella relazione fra i due leader. In quella occasione Macron avviò un "dialogo strategico" con il Cremlino. Una iniziativa che fu molto criticata dai partner della Francia, in particolare dai Paesi dell'Europa centrale e orientale.
Ma per il capo dello Stato francese la mossa era necessaria per portare la Russia nella sfera occidentale e per fare progressi su quei temi "caldi" come la Siria e, appunto, l'Ucraina. Qualche giorno dopo, Macron arrivò addirittura a richiamare all'ordine quei diplomatici francesi che, a suo parere, si opponevano a un miglioramento delle relazioni con la Russia.
Questi sforzi da parte del capo dell'Eliseo non sono però stati sufficienti per ottenere una svolta con Mosca. A ostacolare il cambiamento hanno contribuito la situazione in Siria, ma anche quella nel Mali, dove la società Wagner, vicina al Cremlino, ha minato il lavoro dei militari francesi. A tutto questo si è infine aggiunto il caso dell'oppositore Aleksei Navalny, che ha costretto Macron a intervenire condannando con fermezza la vicenda.