AGI - Circa 5.000 persone sono morte per malnutrizione e per mancanza di cure nel Tigray Etiopia in solo quattro mesi lo scorso anno, inclusi più di 350 bambini piccoli, afferma un nuovo rapporto dell'ufficio sanitario della regione. Il rapporto pubblicato da Ethiopia Insight e riportato da Fides, riferito al periodo tra luglio e ottobre, è il frutto di una valutazione effettuata dalle autorità sanitarie locali in collaborazioni con alcuni gruppi umanitari internazionali.
Le morti sono state in gran parte dovute a malnutrizione, malattie infettive e malattie non trasmissibili. Il sistema sanitario della regione è in gran parte stato distrutto dal conflitto scoppiato nel novembre del 2020.
La stima prodotta riflette solo una parte del dramma umanitaria poiché l'occupazione di alcune aree da parte dei combattenti e la mancanza di carburante causata dal blocco hanno limitato la raccolta di dati e la fornitura di aiuti. Secondo il responsabile dalla sanità tigrina i dati raccolti coprono solo il 40% del territorio dello Stato.
La mancanza di medicinali e di vaccini ha fatto emergere malattie facilmente prevenibili come il morbillo mentre ha iniziato a diffondersi il Covid-19.
Secondo l’Onu meno del 15% dei rifornimenti necessari è entrato nel Tigray. Il governo di Addis Abeba ha giustificato il blocco dei convogli umanitari con il timore che gli aiuti possano cadere nelle mani dei combattenti avversari.
A seguito delle ultime offensive delle forze governative, le forze del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray si sono ritirate da parte della regione. Il 23 gennaio il ministero degli Esteri etiope in una dichiarazione ha affermato di stare lavorando con i partner umanitari per agevolare i voli cargo giornalieri verso il Tigrai "per trasportare i tanto necessari medicinali e aiuti”. La gravissima situazione umanitaria nel Tigray era stata denunciata all’Agenzia Fides dal Segretariato Cattolico Diocesano di Adigrat.