AGI - Il presidente-candidato Macron ancora non è diventato candidato-presidente, ma la sua posizione nei sondaggi è solidamente in testa, seguita da Pecresse e Le Pen che si contendono il secondo posto al ballottaggio.
L'affondo del leader francese, ora anche presidente di turno dell'Ue, è già iniziato. A Strasburgo nei giorni scorsi ha parlato a tutto campo, con un intervento in plenaria di quasi tre ore. E in attesa del D-day, le sue truppe si compattano e il nuovo quartier generale di 'La Republique en Marche' di rue du Rocher (2800 metri quadri nell'ottavo arrondissement) si popola di un numero sempre maggiore di consiglieri. Ma quando scioglierà la riserva?
Secondo Le Point c'è da attendersi un'operazione come quella di Jacques Chirac nel 2002: un annuncio buttato lì con 'nonchalance' durante una sua apparizione in occasione di qualche evento in Francia. Potrebbe essere a Marsiglia l'8 febbraio, città-cantiere vanto del presidente, o l'11 a Brest, dove si terrà l'One Ocean Summit.
"Sarà a metà febbraio", dicono dal suo entourage che preme per un annuncio 'low profile' e, se possibile, all'ultimo momento. "Bisogna giocarsela alla Mitterrand - suggerisce un consigliere - una candidatura 33 giorni prima delle elezioni. Prima che le firme di sostegno (i cosiddetti parrainages) siano consegnate non c'è alcuna ragione di entrare nell'arena". Tra i ministri però circola più prudenza: non bisogna tardare troppo, sarebbe una prova di arroganza.
Intanto Macron interviene pubblicamente come non mai e mano mano delinea i suoi punti forti: la presidenza Ue, il nucleare e il clima, l'immigrazione. Il responsabile della campagna non è ancora stato scelto ma una riunione sui temi forti con il suo entourage si sarebbe tenuta martedì scorso. Sarà una campagna "chiara, nutrita da due-tre argomenti forti che creino dibattito e confronto e che portino a una trasformazione". La visione? "Simile a quella del 2017 ma per certi versi differente".
Quello che sembra chiaro al momento è che Macron non si limiterà a pochi argomenti chiave ma viaggerà a 360 gradi, compresa la sanità, la politica estera, i rapporti transatlantici e le sue relazioni storiche con i paesi terzi, come l'Africa. E come appena agito per i no-vax (con dichiarazioni che hanno montato la polemica in tutto il Paese), userà toni più forti ("farà come Sarkozy" dice qualcuno) che nel suo primo mandato.
Come avversari Valerie Pecresse e Marine Le Pen, sebbene a distanza nei sondaggi, gli daranno sicuramente filo da torcere. «La sua situazione è fragile - afferma Bruno Jeanbart, vice presidente dell'Istituto di sondaggi OpinioWay che oggi ha pubblicato la sua ultima rilevazione in cui il presidente figura saldamente al 24% delle intenzioni di voto.
"Di fronte a Le Pen può vincere - afferma Jeanbart - ma di fronte a Pecresse potrebbe essere battuto". Tutto sembra quindi dipendere da come andrà tra le due 'femmes fortes' dello scenario politico francese. E questo potrebbe complicare un po' la sua campagna elettorale.