AGI - Quattro ore di Consiglio Nato-Russia non sono bastate per appianare le "forti divergenze" che sussitono tra i due blocchi. Sull'Ucraina e non solo. Il dialogo, come confermano le delegazioni, è stato "franco e aperto" ma le distanze rimangono incolmabili.
L'Alleanza atlantica si è detta disponibile ad altri incontri perché "il rischio di un conflitto armato in Europa è molto concreto e bisogna prevenirlo". Mosca ha preso tempo per decidere e poi rispondere. La volontà di confronto, di mettersi allo stesso tavolo (cosa che non accadeva dal 2019), non basta per fare passi avanti verso la de-esclation.
Le richieste sono tanto nette quanto incociliabili: la Nato pretende che Mosca ritiri le sue truppe da Ucraina, Georgia e Moldavia; non ponga veti sulle future adesioni all'Alleanza nè tanto meno si intrometta su dove i trenta alleati occidentali possono schierare le proprie forze. Mosca ha chiesto all'Occidente di escludere nuovi membri come Ucraina, Georgia o Finlandia, il fronte orientale, e vuole delle limitazioni agli schieramenti dell'Alleanza negli ex sovietici come la Polonia e gli Stati baltici che hanno aderito alla Nato dopo la Guerra Fredda.
"Gli alleati della Nato sono pronti a impegnarsi in un dialogo con la Russia, ma non scenderemo a compromessi sui principi fondamentali. Non scenderemo a compromessi sulla sovranità e l'integrità territoriale di ogni nazione in Europa, e non scenderemo a compromessi sul diritto di tutti i Paesi di fare, di scegliere la propria strada, compreso il tipo di accordi di sicurezza di cui vogliono far parte, e non scenderemo a compromessi sul diritto degli Alleati di proteggersi e difendersi a vicenda", ha chiarito il segretario generale Jens Stoltenberg.
La crisi in Ucraina "è stata creata dalla Russia e spetta alla Russia risolverla", ha affermato la vice segretaria di Stato Usa, Wendy Sherman. La Nato, ha spiegato, "è sempre pronta a impegnarsi con la Russia e a discutere di stabilità in qualsiasi momento" ma "è la Russia che deve scegliere tra la diplomazia e lo scontro con le sue conseguenze".
Sherman ha confermato di aver avuto un dialogo "molto serio e diretto" con i delegati russi e di aver registrato "un'unanimità sui principi" tra tutti i membri dell'Alleanza atlantica. I Trenta hanno suggerito alla delegazione di tornare dal presidente Vladimir Putin ed esaminare con lui le proposte per un futuro colloquio.
La delegazione di Mosca conferma la franchezza della Nato nel dialogo ma denuncia la sua incoscienza nelle azioni. "Col suo comportamento, la Nato sta creando rischi inaccettabili per la Russia", ha giudicato il vice ministro degli Esteri russo, Aleksander Grushko, capo della delegazione russa al Consiglio Nato-Russia. "Non abbiamo un'agenda comune nelle aree di comune interesse", ha poi aggiunto il diplomatico che si è detto preoccupato di "un ritorno alla Guerra fredda". La schiettezza del confronto ha fatto spazio anche alle minacce.
Mosca "ha detto in modo diretto che un'ulteriore peggioramento della situazione" con un allargamento dell'Alleanza atlantica a Est, "porterà a conseguenze molto serie e imprevedibili per la sicurezza europea". Stoltenberg non è stato da meno: "Abbiamo chiarito che qualsiasi uso della forza contro l'Ucraina sarà un grave e serio errore strategico da parte della Russia. E avrà gravi conseguenze e la Russia dovrà pagare un prezzo elevato".