AGI - L'aumento dei prezzi dell'energia è stato la scintilla dei disordini senza precedenti in corso in Kazakistan. Oltre alla figura del presidente Kassym Jomart Tokayev, che ha licenziato il governo e imposto il coprifuoco, uno degli attori imprescindibili della crisi in atto è senz'altro l'ex capo di stato, il "padre della nazione" Nursultan Nazarbayev.
Stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin, l'81enne Nazarbayev ha governato il Kazakistan per 30 anni, ma dopo la sua uscita di scena nel giugno 2019 il suo delfino Tokayev è stato eletto.
Tuttora Nazarbayev mantiene saldamento il controllo sul Paese in qualità di presidente del Consiglio di sicurezza e "Leader della nazione", un ruolo costituzionale che gli consente privilegi unici di definizione delle politiche, nonché l'immunità dalla persecuzione.
Nazarbayev, autocrate più longevo tra i leader dei Paesi del post crollo dell'Urss, era in realtà ai vertici del Kazakistan prim'ancora del collasso del blocco sovietico.
Figlio di un pastore, poi respinto come studente di chimica ma con studi di ingegneria alle spalle, riuscì a scalare la nomenklatura del partito comunista kazako, diventandone segretario nel 1989, dopo aver ricoperto la carica di primo ministro dal 1984.
Subito dopo il tracollo dell'impero sovietico assunse la presidenza del nuovo Stato indipendente, dopodiché consolido' il suo potere, con le elezioni nel 1999, 2005, 2011 e 2015, ottenendo sempre altissimi consensi.
Per molti analisti Nazarbayev e il Kazakistan sono una sola cosa. Se da un lato gli viene riconosciuto di esser stato capace di garantire pace e stabilità tra le diverse etnie del gigante centrasiatico e di avere modernizzato il Paese, dall'altro è accusato di autoritarismo e di avere sostanzialmente strangolato le opposizioni, mantenendo in piedi uno Stato monopartitico del Nur Otan, di cui è il leader.
Di fatto, anche dopo le dimissioni e l'elezione di Tokayev alla presidenza, la figura di Nazarbayev rimane centrale nelle stanze del potere. Per giunta sua figlia maggiore, Dariga, è stata eletta presidente del Senato due anni fa.
L'ex presidente padre della nazione ha anche dato il suo nome alla luccicante capitale immersa nelle steppe dell'Asia centrale, Astana, diventando l'emblema della quasi divinizzazione di Nazarbayev. Dal 2019 si chiama "Nursultan", che in kazako vuol dire "sultano di luce".