AGI - Basta violenza sulle donne, si oltraggia Dio. Forte è il monito di Papa Francesco durante l'omelia della messa celebrata in San Pietro nella Solennità della madre di Dio. "Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità, non da un angelo, non direttamente: da una donna. Come da una donna, la Chiesa donna, prende l’umanità dei figli",il Pontefice esorta il mondo a impegnarsi "per promuovere le madri e proteggere le donne".
Francesco ricorda lo "sguardo inclusivo" di Maria, lo sguardo delle tante madri che guardano con il cuore e riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza, "evitando le derive del pragmatismo asettico e dell’astrattezza". Lo sguardo delle madri che abbracciano le situazioni dei figli, "uno sguardo concreto, che non si fa prendere dallo sconforto, che non si paralizza davanti ai problemi, ma li colloca in un orizzonte più ampio".
"Vengono in mente - sottolinea - i volti delle madri che assistono un figlio malato o in difficoltà. Quanto amore c’è nei loro occhi, che mentre piangono sanno infondere motivi per sperare! Il loro è uno sguardo consapevole, senza illusioni, eppure al di là del dolore e dei problemi offre una prospettiva più ampia, quella della cura, dell’amore che rigenera speranza. Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace. Così riescono a trasformare le avversità in opportunità di rinascita e in opportunità di crescita. Lo fanno perché sanno custodire. Le madri sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita, tutti. C’è bisogno di gente in grado di tessere fili di comunione, che contrastino i troppi fili spinati delle divisioni. E questo le madri sanno farlo".
Nel segno della Madre di Dio quindi, ribadisce il Papa che ricorda come Gesù, nato "piccolo e povero" infonde amore non timore. "La sua povertà è una bella notizia per tutti, specialmente per chi è ai margini, per i rifiutati, per chi al mondo non conta. Dio viene lì: nessuna corsia preferenziale, nemmeno una culla! Ecco la bellezza di vederlo adagiato in una mangiatoia". Maria, spiega, "ha dovuto sostenere 'lo scandalo della mangiatoia'": "Che cosa c’è di più duro per una madre che vedere il proprio figlio soffrire la miseria? C’è da sentirsi sconfortati. Non si potrebbe rimproverare Maria se si fosse lamentata di tutta quella inattesa desolazione. Ma lei non si perde d’animo. Non si sfoga, ma sta in silenzio. Sceglie una parte diversa rispetto alla lamentela": custodisce e medita. Non respinge ciò che accade, conserva nel cuore, unendole, ogni cosa, le cose belle e anche le cose difficili da accettare "il pericolo corso per essere rimasta incinta prima del matrimonio", "l’angustia desolante della stalla dove ha partorito", "non seleziona, ma custodisce. Accoglie la realtà come viene, non tenta di camuffare, di truccare la vita, custodisce nel cuore". "Maria è cattolica, perché unisce, non separa. E così afferra il senso pieno, la prospettiva di Dio", precisa Francesco che scandisce: "La Chiesa è madre, la Chiesa è donna", "non possiamo trovare il posto della donna nella Chiesa senza rispecchiarla in questo cuore di donna-madre. Questo è il posto della donna nella Chiesa, il gran posto, dal quale derivano altri più concreti, più secondari".
Occorre quindi imparare dalla Madre di Dio "perché anche a noi capita di dover sostenere certi 'scandali della mangiatoia'. Ci auguriamo che tutto vada bene e poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, un problema inaspettato. E si crea un urto doloroso tra le attese e la realtà. Capita anche nella fede, quando la gioia del Vangelo viene messa alla prova da una situazione dura in cui ci si trova a camminare". "Ma oggi la Madre di Dio - continua - ci insegna a trarre beneficio da questo urto. Ci mostra che è necessario, che è la via stretta per arrivare alla meta, la croce senza la quale non si risorge. È come un parto doloroso, che dà vita a una fede più matura".