AGI - La Commissione europea presenterà la tassonomia prima di Natale, il 22 dicembre secondo le anticipazioni dei media, ma il pacchetto - data la sua delicatezza - potrebbe ancora slittare. La tassonomia è la classificazione di quelli che possono essere considerati investimenti green.
Ed è in corso un braccio di ferro tra Commissione e ambientalisti, ma anche tra Commissione e Stati (e persino tra gli Stati), su come valutare il gas naturale e il nucleare. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha tracciato la linea al termine del vertice Ue di ottobre. "Il futuro sono le fonti rinnovabili ma avremo bisogno anche di fonti stabili, come il nucleare, e di transizione come il gas".
Nei giorni scorsi il vice presidente, Valdis Dombrovskis, ha confermato che gas e nucleare ci saranno nella tassonomia ma non ha fornito dettagli su quanto saranno considerati effettivamente green.
"Penso che dobbiamo trovare un modo per riconoscere che queste due fonti energetiche svolgono un ruolo nella transizione energetica, che non le rende verdi, ma riconosce il fatto che il nucleare è a emissioni zero ed è molto importante per ridurre le emissioni, e il gas naturale sarà molto importante per passare dal carbone all'energia rinnovabile", ha confermato un altro vice, Frans Timmermans, che ha la delega al Clima.
La tassonomia era rimasta stata più volte rimandata anche a causa del cambio di governo in Germania, dove i Verdi, colonna del nuovo esecutivo, hanno chiesto di poter dire la propria prima che l'esecutivo europeo compia passi. Il governo Merkel era un forte sostenitore del gas naturale, sostenendo che sia più pulito del carbone e necessario per integrare le energie rinnovabili.
A Berlino però il vento è cambiato. L'Spd è favorevole, i Verdi sono più critici, sia perchè il gas è un combustibile fossile sia perché aumentare gli investimenti nelle centrali elettriche a gas aumenterà solo la dipendenza dell'Ue dalla Russia.
Il braccio di ferro è anche tra gli Stati, in particolare sul nucleare. La Francia, con un'altra decina di Paesi, insiste per considerarlo green non solo come fonte di transizione ma per la composizione del mix energetico del futuro. La Germania, che ha avviato un piano di smantellamento delle proprie centrali, la pensa diversamente. La neo ministra agli Esteri, Annalena Baerbock, che giovedì era a Parigi, ha confermato la sua contrarietà ma - entrata a pieno titolo nel mondo della diplomazia - ha affermato di aver compreso la necessità di un compromesso con la Francia.
In ogni caso, l'opposizione della Germania non basterà per ostacolare l'inserimento del nucleare. La tassonomia è un atto delegato, il che significa che i Paesi possono bloccarne l'adozione solo con una maggioranza qualificata. L'esercizio per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, quindi, è trovare un compromesso sufficientemente accettabile in modo che nessun Paese possa mettere in piedi una maggioranza per respingerlo. E non sarà facile. La Commissione, secondo le anticipazioni di Politico, sta pianificando di mettere alcune restrizioni e regole intorno alla categorizzazione delle due tecnologie obsolete.
Bruxelles ha in programma di includere clausole di scadenza per le centrali elettriche a gas inefficienti e di rendere gli investimenti nel gas meno attraenti rispetto alle rinnovabili. Per quanto riguarda il nucleare, si concentrerà sia sullo sviluppo di nuovi reattori più puliti, sia sull'aggiornamento della sicurezza delle centrali nucleari esistenti. Nessun fondo "green" dovrebbe finanziare invece l'attuale pratica di esportazione di scorie nucleari.