AGI - È partita con successo la missione Ixpe della Nasa e dell'Agenzia Spaziale Italiana per lo studio dei fenomeni estremi dell'Universo. Il satellite è stato lanciato alle 7 del mattino ora italiana dal Kennedy Space Center, in Florida, con l'ausilio del vettore Falcon 9 della società privata SpaceX.
Gli strumenti a bordo della missione Ixpe permettono di osservare fenomeni violenti e ancora misteriosi dell'Universo, quali le esplosioni di supernovae o buchi neri supermassicci, con un'efficienza cento volte maggiore rispetto a quella dei telescopi a raggi X di 50 anni fa.
I tre telescopi, tutti progettati e realizzati in Italia, permetteranno di capire come i raggi X emessi da oggetti cosmici lontanissimi e ancora quasi sconosciuti vengono polarizzati, ossia come vibrano in una particolare direzione, e questo aiuterà a conoscere meglio gli ambienti estremi nei quali vengono generati.
L'Italia partecipa con 20 milioni di euro e la sua competenza scientificae tecnologica: l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha il coordinamento scientifico, mentre l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con l'Inaf e il supporto dell'Asi, ha ideato e sviluppato lo strumento che costituisce il cuore della missione, il Global Pixel Detector (Gpd). Alla parte scientifica collaboraanche l'Università di Roma Tre.
L'Asi mette inoltre a disposizione della missione Ixpe sia la sua base di Malindi perla ricezione dei dati, grazie alla collaborazione della Telespazio (Leonardo-Thales), sia lo Space Science Data Center(Ssdc) per l'analisi dei dati. Per l'industria collabora alla missione anche l'azienda Ohb-Italia.
La missione Ixpe (Imaging X-ray Polarimetry Explorer), annunciata nel gennaio 2017, è stata sviluppata nell'ambito del programma Malla Explorer (Smex) della Nasa, e ha un costo complessivo di 180 milioni.
Al lancio hanno assistito in presenza il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia e l'Amministratore della Nasa, Bill Nelson.