AGI - È durata un'ora e un quarto la telefonata tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al quale l'inquilino della Casa Bianca ha ribadito il sostegno alla sovranità di Kiev e la preoccupazione per i movimenti di truppe russe al confine. Lo rende noto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki.
L'inquilino della Caasa Bianca ha relazionato il suo omologo sull'esito del colloquio di mercoledì scorso con il presidente russo, Vladimir Putin. Secondo indiscrezioni riportate dall'Associated Press, Biden potrebbe aver cercato di convincere Zelensky a cedere parte delle aree del Donbass già in mano ai separatisti filorussi.
Nella sua conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ringraziato l'omologo americano per il "fermo sostegno" all'Ucraina di fronte alle minacce russe. Lo si legge in una nota della presidenza ucraina.
Zelensky ha elogiato Biden per il suo "sostegno costante, fermo e forte alla sovranità e all'integrità territoriale" del suo Paese e ha "riaffermato il suo incrollabile impegno a trovare strade per raggiungere la pace".
Democrazia in recessione
Il presidente Biden, nella giornata di oggi, ha inoltre partecipato al “Summit for Democracy”, organizzato dalla Casa Bianca e che vede partecipare più di ottanta Paesi, ma non Cina, Russia, Ungheria e Turchia, che non sono stati invitati. Taiwan, accusata da Pechino di “secessionismo”, è invece presente. Gli Stati Uniti si propongono come "leader attraverso gli esempi” e guida in un mondo in cui la democrazia appare in “recessione” mentre l’autoritarismo è in crescita. Questo il messaggio lanciato dal president.
“La democrazia - ha dichiarato Biden nel suo discorso introduttivo, citando le parole del leader dei diritti civili, il senatore democratico John Lewis, scomparso un anno fa - non è una condizione acquisita, ma da conquistare ogni giorno. E’ la sfida del nostro tempo”. Secondo una ricerca dell’Istituto internazionale per la democrazia, il numero globale di democrazie nel mondo è sceso da 104 a 98 in appena sei anni. E’ un segnale di ciò che la Casa Bianca e Biden hanno definito una “recessione globale”. Gli Stati Uniti non appaiono immuni da questo declino.
Il vertice è arrivato dopo che il Congresso non è riuscito ad approvare leggi che ristabiliscano il diritto di voto, dopo l’approvazione in alcuni Stati, tra cui il Texas, di leggi che limitano la partecipazione alle elezioni per le minoranze, soprattutto afroamericane e ispaniche. Di recente il segretario di Stato del Colorado, Jena Griswold, ha denunciato il proliferare di leggi che “stanno mettendo a rischio” la democrazia americana. Lo stesso Biden, nel suo discorso, è sembrato consapevole del momento.
“Qui negli Stati Uniti - ha ammesso - sappiamo come serva un impegno costante per rafforzare le istituzioni democratiche. La democrazia americana sta combattendo per tenere fede agli ideali più alti, superare le nostre divisioni e attenerci alle idee fondanti della nazione”. Il summit, ha aggiunto Biden, “non è l’occasione per dire che una delle nostre democrazie è perfetta e ha tutte le risposte, ma per riaffermare l’impegno comune a migliorare, condividere le idee, imparare gli uni dagli altri, e respingere l’autoritarismo, combattere la corruzione, promuovere i diritti umani ovunque. Agire, agire”.
Il summit serve a rilanciare l’immagine americana offuscata nell'anno segnato dal drammatico assalto degli insurrezionisti a Capitol Hill e il perenne scontro sulla regolarità delle elezioni presidenziali. Il vertice lancerà una serie di iniziative e di incontri periodici per fare il punto sullo stato delle democrazie nel mondo.
Ma intanto la Casa Bianca ha annunciato un piano di aiuti, del valore di circa 424 milioni di dollari, destinato a sostenere in cinque aree del pianeta il giornalismo indipendente, le organizzazioni in difesa dei diritti civili e di libere elezioni democratiche. “Senza un’informazione libera - ha aggiunto Biden - non c’è democrazia”.