AGI - Secondo fonti legali vicine a Patrick Zaki, il giudice egiziano del tribunale di Mansura avrebbe firmato un ordine di scarcerazione per lo studente egiziano detenuto da 22 mesi al Cairo. È quanto si apprende mentre l'udienza del processo per diffusione di notizie false è ancora in corso.
In carcere dal 7 febbraio 2020 con l'accusa di avere diffuso informazioni false, oggi Patrick Zaki, presente al processo a suo carico nell'aula del tribunale di Mansura ha risposto di stare "bene" a chi si è informato sulle sue condizioni.
"Sto saltando dalla gioia!". Così la madre di Zaki, Hala Sobhy, dopo aver appreso la notizia che il figlio sara' scarcerato. "Stiamo andando al commissariato di Mansura", ha aggiunto
Nei giorni scorsi si erano diffuse notizie di un peggioramento della sua salute in seguito a un pestaggio in carcere, ma successivamente erano state definite "un malinteso" dalle persone a lui vicine. Stamattina, secondo quanto risulta all'Agi, lo studente egiziano dell'università di Bologna non era ammanettato.
Secondo quanto si apprende, la legale che ne cura la difesa per conto della Ong Eipr, che nell'udienza precedente di fine settembre aveva ottenuto di esaminare il fascicolo dell'accusa, ha oggi presentato alcune richieste aggiuntive: di avere accesso a tutte le prove, i filmati e i verbali che fanno parte dell'inchiesta a carico di Zaki. Si attende la risposta del giudice.
Le prime reazioni
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è stato tra i primi a commentare le novità provenienti da Mansura affidando la sua soddisfazione ai suoi profili social.
Poco dopo è arrivata aanche una nota da Palazzo Chigi che ha reso noto come il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso "soddisfazione per la scarcerazione di Patrick Zaki, la cui vicenda è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano".
Per Amnesty "Patrick Zaki sarà scarcerato, anche se rimane ancora sotto processo. Un passo avanti enorme nella direzione della giustizia. Oggi scenderemo in piazza con uno stato d'animo diverso. Finalmente", si legge in un tweet dell'organizzazione, che fin dal momento dell'arresto, il 7 febbraio 2020, è stata vicina a Zaki e attenta all'evolvere del caso. Gli attivisti hanno in programma un presidio a Roma, alla Bocca della verità, nel pomeriggio di oggi.