AGI - "Non saranno i muri della paura e i veti dettati da interessi nazionalisti" ad aiutare il progresso dell'Europa e "neppure la sola ripresa economica potrà garantirne sicurezza e stabilità". Papa Francesco da Nicosia, ultima capitale divisa nel continente europeo, prima tappa del suo 35esimo viaggio apostolico all'estero, che lo porterà anche in Grecia, con una tappa a Lesbo, ribadisce con forza come il continente europeo abbia "bisogno di riconciliazione e unità", "di coraggio e di slancio per camminare in avanti".
"La via della pace, che risana i conflitti e rigenera la bellezza della fraternità, è segnata da una parola: dialogo", sottolinea Francesco nel suo discorso alle autorità politiche e religiose, ai rappresentanti della società civile e ai membri del Corpo diplomatico. E invita l'Europa a non chiudersi, a non ergere barriere. Il Pontefice parla di Cipro, "porta orientale dell'Europa" e "porta occidentale del Medio Oriente", "crocevia di civiltà" che ha in sè "la vocazione innata all'incontro".
Cipro, che registra una presenza di immigrati in percentuale più alta degli altri Paesi della Ue, è quindi un esempio: "Guardiamo alla storia di Cipro e vediamo come l'incontro e l'accoglienza hanno portato frutti benefici a lungo termine". "Proprio i tempi che non paiono propizi e nei quali il dialogo langue sono quelli che possono preparare la pace", che "non nasce spesso dai grandi personaggi, ma dalla determinazione quotidiana dei più piccoli".
Bergoglio esorta a non lasciarsi prevalere dall'odio, a non dimenticare la situazione delle persone scomparse. "A questo serve il dialogo, senza il quale crescono sospetto e risentimento. Ci sia di riferimento il Mediterraneo - ribadisce -, ora purtroppo luogo di conflitti e di tragedie umanitarie; nella sua bellezza profonda è il mare nostrum, il mare di tutti i popoli che vi si affacciano per essere collegati, non divisi. Cipro, crocevia geografico, storico, culturale e religioso, ha questa posizione per attuare un'azione di pace. Sia un cantiere aperto di pace nel Mediterraneo".
Ma dal Papa argentino arrivano gesti concreti: come già avvenne nel 2016 a Lesbo, saranno 50 i profughi che, su sua iniziativa, da Cipro arriveranno in Italia. È il presidente cipriota Nikos Anastasiades a confermarlo, sottolineando come sia "un messaggio forte sulla necessità di una indispensabile revisione della politica di immigrazione dell'Ue".
Bergoglio però parlando di Cipro e paragonandola a "una perla di grande valore nel cuore del Mediterraneo" non dimentica le sofferenze di un'isola divisa in due, dopo l'occupazione militare turca nel 1974, che ha portato Ankara ad avere il controllo della parte Nord.
"La ferita che più soffre questa terra è data dalla terribile lacerazione che ha subito negli ultimi decenni - afferma Francesco -. Penso al patimento interiore di quanti non possono tornare alle loro case e ai loro luoghi di culto. Prego per la vostra pace, per la pace di tutta l'isola, e la auspico con tutte le forze".
Anche nel precedente incontro con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i diaconi, i catechisti, le associazioni e i movimenti ecclesiali di Cipro nella Cattedrale maronita di Nostra Signora delle Grazie, Francesco ribadisce la necessità di abbattere i muri.
"Siete immersi nel Mediterraneo: un mare di storie diverse, un mare che ha cullato tante civiltà, un mare dal quale ancora oggi sbarcano persone, popoli e culture da ogni parte del mondo. Con la vostra fraternità potete ricordare a tutti, all'Europa intera, che per costruire un futuro degno dell'uomo occorre lavorare insieme, superare le divisioni, abbattere i muri e coltivare il sogno dell'unità. Abbiamo bisogno di accoglierci e integrarci, di camminare insieme, di essere sorelle e fratelli tutti!".