AGI - "Il costo dell'inazione è di gran lunga superiore al costo delle azioni di prevenzione": lo ha detto Carlo, il Principe di Galles, parlando ai leader al vertice sul clima Cop26 che, da oggi, fino al 12 novembre, deve mettere tutti d'accordo sul fronte della lotta al surriscaldamento climatico.
Il mondo deve mettersi sul "piede di guerra" per affrontare la crisi climatica, ha esortato l'erede al trono britannico, appassionato ambientalista, che ha auspicato una "vasta campagna in stile militare per schierare la forza del settore privato globale con i trilioni di miliardi a loro disposizione".
Il tempo e' "praticamente esaurito, ma sappiamo cosa fare": occorre affrontare il cambiamento climatico e i Paesi devono unirsi per fare quanto necessario per la trasformazione energetica. "Gli occhi e le speranze del mondo sono su di voi", ha detto Carlo, tra i primi a prendere la parola alla Cop26 a Glasgow. "Il mio appello oggi è affinché i Paesi si uniscano per creare l'ambiente che consenta a ogni settore dell'industria di intraprendere le azioni necessarie", ha esortato il principe, sottolineando che occorreranno "trilioni, non miliardi di dollari" di investimentie che servirà una campagna "in stile militare" per affrontare la sfida.
Il Principe di Galles ha parlato nella sua amata Scozia con discorso forte e chiaro. Il suo intervento punta dunque a scuotere i leader mondiali e a spingerli a impegnarsi più attivamente con la comunità imprenditoriale per sbloccare i trilioni di dollari che potrebbero aiutare a trovare soluzioni.
L'erede al trono britannico è un pioniere sulle tematiche ambientaliste. Per decenni ne ha sostenuto la causa, prima ancora che divenisse popolare, trasmettendo l'importanza della connessione con la natura e della necessità di proteggerla anche ai figli William e Harry.
Nel lontano 1968, quando era ancora al secondo anno di università a Cambridge, aveva dichiarato malinconico in una intervista: "Non posso descrivere quanto mi mancano Balmoral e le colline e la vita all'aria aperta, mi sento vuoto e incompleto senza".
Ancora, nel 1986, in una famosa intervista televisiva sul giardinaggio, aveva detto: "Vado spesso da solo a parlare con le piante. Davvero. È molto importante parlare con loro, e loro mi rispondono". Intervista che aveva suscitato non poche perplessità allora, e che per anni è rimasta la citazione preferita di chi vedeva in Carlo un futuro regnante un po' 'naif'.
E invece oggi si trova al centro della scena mondiale proprio per aver incessantemente parlato dei pericoli del cambiamento climatico, a dispetto di chi ne rideva off the record. Negli anni è stato invitato a parlare ai più importanti summit sul clima e nel 2007 ha ricevuto il premio del Center for Health and the Global Environment della scuola di medicina di Harvard proprio per il suo impegno.
Fino a quando, al World Economic Forum di Davos lo scorso anno, ha incontrato Greta Thunberg ed è tornato a redarguire i leader: "Vogliamo passare alla Storia come quelli che non hanno fatto nulla per riportare il mondo indietro dal tracollo? Io non voglio essere fra questi".
Ancora, circa due settimane fa, il principe di Galles ha rilasciato un'intervista nel corso della quale ha difeso gli attivisti del gruppo Extinction Rebellion. "Capisco la loro rabbia" ha dichiarato, commentando le iniziative del gruppo. Per giorni i militanti avevano bloccato la tangenziale di Londra in diversi snodi e, proprio nel momento in cui il ministro dell'Interno Priti Patel era pronta a prendere misure drastiche, l'intervento del principe ha posto un freno alle intenzioni di punire severamente le manifestazioni.
Infine, l'appello a Roma, ai leader del G20 riuniti alla Nuvola dell'Eur con la presidenza di Mario Draghi. "La conferenza Cop26 di Glasgow - ha detto - è la nostra ultima chance per salvare il pianeta. Dobbiamo trasformare belle parole in azioni ancora più belle". Oggi il principe Carlo è l'uomo giusto al momento giusto e, vista la caparbietà con cui si è battuto per tanti anni, c'è da aspettarsi che, come regnante, sarà la spina nel fianco di qualsiasi governo britannico tiepido sulle questioni climatiche.