AGI - La Corte Suprema dell'India ha ordinato un'indagine indipendente per verificare se il governo di Modi abbia utilizzato il software di sorveglianza israeliano Pegasus per spiare illegalmente giornalisti, attivisti e oppositori politici.
Il comitato deputato all’indagine sarà composto da tre esperti di sicurezza informatica e il suo lavoro sarà supervisionato da un giudice della Corte Suprema in pensione.
“Lo Stato non può sempre ottenere un lasciapassare contro il controllo giudiziario, sollevando presunti problemi di sicurezza nazionale”, hanno spiegato i giudici.
La questione è molto delicata a prescindere dal fatto che l’invenzione dell’azienda Nso Group sia stata usata o meno contro giornalisti e oppositori politici, perché le leggi indiane non permettono l’hacking.
Prima dell’ordine della Corte, c’erano state già diverse denunce di giornalisti e attivisti e indiani e analisi indipendenti dei media che avevano evidenziato l’uso dello spyware da parte dello Stato.
Le storie avevano rivelato che centinaia di numeri di telefono indiani, tra cui quello del leader d’opposizione Rahul Gandhi, erano presenti nel registro da 50.000 contatti di Pegasus.
Nuova Delhi però ha sempre rifiutato di confermare il suo legame con il software e di chiarire la propria posizione.