AGI - I principali partiti di opposizione in Ungheria hanno stretto i ranghi intorno a Peter Marki-Zay, sindaco conservatore della città di Hodmezovasarhely, nel sud dell'Ungheria e senza affiliazioni politiche, scelto per sfidare il presidente di estrema destra, Viktor Orban, alle elezioni del prossimo anno.
Il 49enne, cattolico praticante e padre di sette figli, ha vinto facilmente il secondo turno delle primarie che hanno scelto il leader della lista unificata, con cui sei gruppi di opposizione parteciperanno alle parlamentari del prossimo aprile.
"Vogliamo un'Ungheria nuova, più pulita e onesta, non solo sostituire Orban o il suo partito", ha affermato Marki-Zay, candidato anti-elite e anti-corruzione, appoggiato soprattutto dai giovani. La sua diretta rivale, l'avvocatessa europeista di centrosinistra, Klara Dobrev, ha riconosciuto la sconfitta e ha assicurato il suo "sostegno" al candidato unico dell'opposizione alle elezioni del 2022.
Per anni, il partito di governo Fidesz - di cui lo stesso Marki-Zay è stato elettore - ha beneficiato della frammentazione dell'opposizione; ora, per la prima volta da quando è salito al potere, Orban dovrà vedersela con un fronte unito ma variegato che va dai socialisti, agli ambientalisti, passando per i liberali e i nazionalisti di destra di Jobbik. Marki-Zay è riuscito a proporsi come un'opzione appetibile sia per gli elettori di sinistra che di destra, compresi quelli stanchi delle politiche spesso divisive di Orban, come le iniziative anti-immigrazione e anti-Lgbtq.
Il nuovo leader dell'opposizione, che ha vissuto cinque anni negli Usa e in Canada, sostiene di non riconoscersi più nella politica del premier, accusato di corruzione e autoritarismo. Si è fatto conoscere nel 2018, quando ha vinto la poltrona di sindaco di Hodmezovasarhely, considerata una roccaforte di Fidesz. "Vogliamo sbarazzarci del ragazzone che bullizza tutta la classe", aveva detto al tempo Marky-Zay, paladino della lotta alla corruzione e della riconciliazoone sociale.
La sua missione sarà ripetere a livello nazionale il successo già ottenuto con la formula della lista unica, nel 2019, quando l'opposizione ha strappato a Fidesz la carica di primo cittadino di Budapest e altre città.
Gli osservatori politici hanno sottolineato la sfida che rappresenterà il trovare compromessi tra le posizioni divergenti dei partiti presenti nella lista unica, non solo nella campagna elettorale, ma anche in un'eventuale coalizione di governo in caso di vittoria alle urne. Il partito di Orban, intanto, ha già lanciato la sua campagna contro lo sfidante: ha stretto un patto con la sinistra per aiutarla a tornare al potere e alzare le tasse, ha scritto Fidesz in un comunicato.
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