AGI - Anche ai vertici dell’Afd i risultati delle elezioni federali stanno mietendo le prime vittime. Il co-leader del partito dell’ultradestra, Joerg Meuthen, ha infatti annunciato che non si ricandiderà al congresso fissato per il prossimo dicembre. La notizia del suo passo indietro l’ha diffusa con una mail circolare mandata agli iscritti.
Nella lettera Meuthen, considerato un ‘moderato’ all’interno della formazione nazional-populista, non spiega esplicitamente nella lettera quali siano i motivi che l’hanno spinto a non ricandidarsi: stando a quanto ne riferisce lo Spiegel, la decisione “non è stata semplice” ed è stata presa dopo “numerosi colloqui molto intensi”.
Al tempo stesso, spiega di avere alle spalle “un tempo incredibilmente impegnativo” come portavoce nazionale del partito, una fase “caratterizzata anche da durezze e delusioni”, anche se non sono mancate “molte buone esperienze”.
Meuthen ha anche chiarito che questo passo indietro non vada inteso come un addio alla politica: “Ovviamente continuerò il mio lavoro politico”, scrive ancora il politologo 60enne, che era stato eletto co-presidente della formazione nazional-populista nel 2015 e che dal 2017 siede anche al Parlamento europeo.
Le possibili conseguenze
Secondo lo Spiegel, la mossa di Meuthen potrebbe portare ad un ulteriore “spinta verso destra” dell’Afd, nel senso che con lui verrebbe meno l’ultimo argine rispetto alla corrente più radicale incarnata dal capogruppo del partito in Turingia, il controverso Bjorn Hoecke, e dal co-leader Tino Chrupalla.
Lo stesso Meuthen aveva valutato criticamente l’esito delle elezioni - dove l’Afd ha ottenuto il 10,3% dei consensi, in calo rispetto al 12,6% messo a segno nel 2017 - affermando che il partito avrebbe convinto solo “la propria bolla” (ossia chi era già un convinto sostenitore dell’ultradestra), fallendo invece nel farsi accettare dagli altri elettori. Hoecke, invece, ritiene che la debolezza del risultato delle urne sia da imputare a messaggi elettorali “troppo moderati”.
Il congresso dell’Afd si terrà l’11 dicembre a Wiesbaden. A Chrupalla, che condivide anche la guida del gruppo parlamentare con Alice Weidel, vengono assegnate ampie probabilità di essere confermato presidente del partito.
Mentre Meuthen fa sapere “che farà ancora sentire la sua voce”, i media tedeschi ricordano gli altri ex leader caduti via via che il partito si spostava su posizioni sempre più radicali: Frauke Petry aveva lasciato polemicamente la guida dell’Afd dopo le elezioni del 2017, prima di lei era toccato ad uno dei fondatori, Bernd Lucke, mettersi da parte e lasciare il partito.