AGI - "Gli Stati membri hanno il diritto e la responsabilità di tutelare i loro confini. E si trovano nella migliore posizione per decidere come farlo, fintanto che rispettano le regole dell’Unione. Se uno Stato membro ritiene che sia necessario costruire una recinzione, lo può fare e io non ho nulla da obiettare". Lo ha dichiarato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johannson, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari interni.
"Utilizzare fondi dell’Unione per finanziare recinzioni anziché finanziare altre attività molto importanti questo è un altro paio di maniche, ma qui parliamo di come spendere le risorse limitate. Ma gli Stati membri hanno possibilità e diritto di costruire queste recinzioni e si trovano nella migliore posizione per decidere se ciò sia necessario oppure no", ha aggiunto.
"Sono d’accordo - ha ribadito - che bisogna rafforzare la protezione dei nostri confini esterni. Devo dire che alcuni Stati membri hanno costruito delle strutture di protezione e posso capirlo. Se bisogna utilizzare i fondi Ue per fare questo devo dire di no".
"Io ho presentato varie proposte per proteggere i confini esterni, per monitorarli, nel Patto dell’Ue per le migrazioni e dell’Asilo. Abbiamo già trovato accordo su passi importanti per proteggere meglio i confini esterni attraverso l’interoperabilità. Quindi siamo abbastanza avanti, ci sono molte cose sul tavolo che devono essere attuate per proteggere meglio i confini esterni", ha sottolineato.
"Devo dire che non abbiamo lo stesso parere su questo tema", con la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. Lo ha dichiarato Ales Hojs, ministro dell'Interno della Slovenia (Paese che detiene la presidenza di turno dell'Ue), in merito alla richiesta di dodici Paesi rivolta all'Ue di finanziare la costruzione di barriere anti-migranti al confine esterno. "Non abbiamo potuto firmare la lettera come presidenza però ho sostenuto pubblicamente questa lettera", ha spiegato.
"Devo dire che dopo il disastro del 2015, la Slovenia come Stato membro che non ha un confine esterno dell’Ue, abbiamo deciso di creare delle strutture di protezione con i nostri fondi. Continueremo su questa strada in futuro", ha evidenziato. "Però su base annuale ci sono 40mila immigrati irregolari nel confine interno dell’Ue. Questo vuol dire che la protezione dei confini esterni non è efficiente. Il nostro compito è proteggere confini esterni", ha insistito il ministro.