AGI - “Quando mi hanno chiesto cosa rappresentasse per me l’Unione europea ho risposto con il motto in sardo: Forza paris! Cioè forza assieme. Non uno dietro l’altro, ma uno a fianco all’altro”. L’85enne di Nuoro, Celestino Addari, è il decano del panel “Cambiamento climatico, ambiente e salute” della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Si è presentato da solo a Strasburgo con alle spalle l’esperienza di una vita trascorsa a lavorare come cartolaio e una parentesi come professore, anche se nella sua classe non c’erano studenti, ma solo detenuti. “Per tre anni ho fatto l’insegnante ai corsi professionali del carcere di Badu 'e Carros, un’esperienza eccezionale”, ha raccontato all’AGI nella pausa caffè della giornata di lavori al Parlamento europeo.
All’assemblea mattutina dei gruppi tematici è seguito l’incontro tra gli esperti in materie ambientali e i duecento cittadini scelti a sorte per rappresentare i 450 milioni di europei. Addari si è detto entusiasta dell’esperienza, anche se quando l’hanno chiamato per partecipare alla Conferenza ci ha messo un po’ a convincersi. “Pensavo si trattasse della solita fregatura, di quelle che poi ti chiedono le coordinate bancarie”, ha raccontato con ironia.
Superata la diffidenza iniziale, ad Addari sono sorti altri dubbi sulla trasferta a Strasburgo: “È il primo viaggio dopo il Covid e avevo un po’ di paura. Va bene che sono sono anziano, ma vivere ancora qualche anno non mi dispiacerebbe”, ha aggiunto con un sorriso tra le labbra. Poi però è sopraggiunta la curiosità che ha spinto il nuovo rappresentante dei cittadini Ue a partire da Nuoro alle sei del mattino di ieri per arrivare a Strasburgo alle dieci di sera. “Io mi batto per il lavoro”, ci ha tenuto a sottolineare, “perché è la cosa principale. Se non c’è lavoro ci fermiamo, invece deve essere il punto di partenza”.
Chiamato a discutere dei temi ambientali, non ha nascosto il suo spirito critico che non risparmia nessun particolare. “Arrivato qua mi hanno dato un taccuino di carta in una confezione di cellophane e una penna di plastica”, ha evidenziato prima di contestare la scelta: “Siamo qui a parlare di inquinamento e sprechi, dovremmo dare il buon esempio”. Mentre finiva di sorseggiare il caffè, gli uscieri del Parlamento europeo hanno suonato i campanelli per segnalare la fine della pausa e la ripresa dei lavori. Il cittadino più anziano del panel, come tutti i presenti, si è avviato verso l’emiciclo per prendere posto dove di norma siedono i deputati.