AGI – Campagna elettorale tutta in salita per il premier uscente Justin Trudeau, finito al centro di una valanga di critiche mosse dai suoi principali avversari politici nel corso del dibattito televisivo per il voto del 20 settembre.
Gestione della pandemia, emergenza ambientale e scelta di convocare elezioni anticipate sono stati i temi di accesi scambi, in particolare tra il liberale Trudeau e il leader conservatore Erin O’Toole, ora in vantaggio nei sondaggi al 34% nelle intenzioni di voto contro 31% per il premier uscente.
"Dobbiamo lavorare insieme contro la pandemia. Non era questo il momento per un’elezione. Perché è stata indetta in piena crisi sanitaria?" ha chiesto apertamente O'Toole nel dibattito televisivo in lingua francese, in presenza dei leader dei principali partiti.
“Ci sono profonde differenze nel nostro modo di affrontare la pandemia. Queste elezioni sono un’opportunità di scelta per i canadesi” ha risposto Trudeau, difendendo la propria linea. “Non possiamo più permetterci altri 4 anni di Trudeau” ha martellato a più riprese Jagmeet Singh, leader del Nuovo partito democratico (NPD, sinistra). Trudeau è stato anche criticato per i mancati risultati della sua politica ambientalista.
“E’ uno che parla tanto ma ha fatto poco. In 6 anni ha ottenuto il peggior risultato tra i Paesi G7"ha valutato Singh, in riferimento all’aumento delle emissioni di gas serra da parte del Canada. Evocando la “leadership troppo soft” di O’Toole, Trudeau ha assicurato di avere un programma “ambizioso e realista” in materia ambientale, mentre secondo lui il ritorno dei conservatori al potere rappresenterebbe un “passo indietro”.
Scambio di battute al vetriolo anche con il capofila del blocco politico del Quebec, Yves-François Blanchet, al quale Trudeau ha ricordato con tono deciso l'orgoglio di essere originario del Québec, sottolineando che il rivale “non ha il monopolio del Québec”.
Al voto anticipato del 20 settembre – indetto da Trudeau, in carica dal 2015, per ottenere una maggioranza di centro-sinistra più solida – la provincia francofona potrebbe essere determinante nel verdetto finale delle urne.