AGI - Il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, vorrebbe negoziare con la Commissione europea un'esenzione per le auto di lusso, cuore pulsante della Motor Valley italiana, ai rigidi parametri sulle emissioni che prevedono l'addio ai motori termici entro il 2035.
A margine del Forum di Cernobbbio ha dichiarato a Bloomberg Tv che - pur sostenendo l'impegno dell'Ue a ridurre le emissioni eliminando gradualmente i motori più inquinanti - il settore delle supercar "è una nicchia" e che "sono in corso discussioni con la Commissione europea" su come le nuove regole si applicherebbero alle case automobilistiche di fascia alta che vendono un numero di veicoli molto limtato rispetto ai produttori tradizionali.
"Queste auto hanno bisogno di una tecnologia molto speciale e hanno bisogno di batterie per la transizione", ha spiegato Cingolani. "Un passo importante è che l'Italia acquisisca autonomia nella produzione di batterie ad alte prestazioni", ha affermato, motivo per cui il Paese è pronto a lanciare un "programma giga-factory" per la produzione di batterie su larga scala.
La chiusura di Bruxelles
Da Bruxelles però arriva una prima chiusura ad eventuali esenzioni: “Non sono al corrente di discussioni in corso” in merito alla proposta di esonerare le auto di lusso dal piano di azzeramento delle emissioni dei nuovi veicoli a partire dal 2035; “tutte le auto dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi presentati a luglio con il pacchetto Fit for 55”. Lo ha detto molto chiaramente Tim McPhie, portavoce della Commissione europea, nel briefing quotidiano ai giornalisti.
Interrogato sulle posizioni del ministro Cingolani, in merito all’esonero delle auto di lusso da tali obiettivi, il portavoce ha ricordato che “la Commissione non esprime valutazioni sui commenti”. Tuttavia, “le eccezioni oggi in vigore per le case automobilistiche che producono dai mille ai 10 mila veicoli l’anno verranno rimosse entro il 2030 ai sensi della proposta che abbiamo fatto a luglio”, ha concluso. Il titolare del ministero della Transizione ecologica si era invece mostrato più ottimista: l'esenzione "è qualcosa di cui stiamo discutendo con altri partner in Europa; sono convinto che non ci saranno problemi", aveva dichiarato sempre a Bloomberg.
Il monito del ministro
Già all'indomani della presentazione da parte della Commissione europea del maxi pacchetto di leggi per il Clima (il 14 luglio), Cingolani aveva espresso forti preoccupazioni per la sopravvivenza della Motor Valley alle condizioni annunciate. "E’ chiaro che c’è una grandissima opportunità anche nell’elettrificazione ma pensate alla Motor Valley. E' stato comunicato dalla Commissione europea che anche le produzioni di nicchia, leggete Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi al full electric. Questo vuol dire che a tecnologia costante, con l’assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo", aveva detto intervenendo al Seminario estivo della Fondazione Symbola. "Se oggi noi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d'emblée non avremmo nemmeno le materie prime per farlo, non avremmo la grid per gestirla. Si parla di nove anni su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche super sport si riadattino è no", aveva aggiunto.
Cos'è la Motor Valley
La Motor Valley è un distretto industriale unico al mondo forte di 16.500 aziende e oltre 90.000 addetti, con 16 miliardi di fatturato annuo e un export di 7 miliardi. Qui hanno radici e sede marchi noti in tutto il mondo: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati, Pagani e Toro Rosso. Riunisce 4 autodromi internazionali (Modena, Varano, Imola e Misano), 6 centri di formazione specializzati, 6 case costruttrici, 13 Musei, 18 collezioni, 10 operatori del settore e 188 team sportivi.