AGI - "Il caso dell'Afghanistan è certamente esemplificativo delle difficoltà che incontra oggi l'Occidente anche nelle sue espressioni multilaterali". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un suo intervento al meeting di Rimini, dove ha partecipato a una riunione su Istituzioni internazionali e multilateralismo alla prova in tempo di Covid. Le difficoltà, ha aggiunto, "si sommano a quelle sperimentate nell'ultimo anno e mezzo con il Covid".
La presenza in Afghanistan negli ultimi 20 anni "ha rappresentato una delle principali sfide per il multilateralismo", ha ragionato Di Maio. "Nonostante gli investimenti e la presenza di una vasta coalizione internazionale, abbiamo assistito al collasso repentino del governo e delle istituzioni, sfuggito alla capacita' previsionale dell'intera comunità internazionale".
Uno scenario, ha aggiunto il capo della diplomazia, con cui "dovremo confrontarci per capire gli errori commessi dall'Occidente e dalla comunità internazionale". Ma quanto sta accadendo rende ancora piu' chiara l'esigenza di "un ineludibile raccordo ancora più intenso con gli alleati; sia in ambito europeo, che G7, che Nato, viste le difficolta' che stiamo vivendo dobbiamo rafforzare la nostra alleanza occidentali, non metterla in discussione. Altrimenti, ci indeboliremo tutti".
La principale priorità del governo italiano in questa fase convulsa della crisi afghana è "la protezione dei civili", ha detto Di Maio al meeting, aggiungendo che "la messa in sicurezza degli afghani che hanno collaborato a vario titolo con la comunità internazionale e di personalità che si sono esposte a favore dei diritti umani e civili è al centro dei nostri sforzi".
"L'Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l'aeroporto di Kabul - ha proseguito - continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. Abbiamo evacuato finora circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari. Il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500".