AGI - Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha definito "irresponsabile e infondata" la decisione del governo israeliano di ritirare il suo incaricato d'affari in Polonia in seguito all'approvazione di una legge che limiterà la possibilità di ottenere risarcimenti per le proprietà confiscate dalle autorità comuniste dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La norma fissa un limite di trent'anni per i ricorsi dei beni sequestrati dopo il conflitto e, di fatto, finirà per bloccare migliaia di richieste. Finita la guerra, le nuove autorità comuniste nazionalizzarono molte proprietà che erano rimaste abbandonate perché i loro titolari erano morti o fuggiti. La legge non riguarda solo gli ebrei ma Israele sostiene che questi ultimi saranno penalizzati in modo sproporzionato in quanto in molti non erano riusciti a rivendicare i loro beni in modo tempestivo negli anni successivi alla guerra.
"Nessuno che conosca la verità sull'Olocausto e la sofferenza della Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale può accettare questo modo di fare politica", ha scritto Morawiecki su Facebook. Il primo ministro polacco ha affermato che l'iniziativa israeliana potrebbe "aumentare l'odio nei confronti della Polonia e dei Polacchi" e ha riferito che i figli dell'ambasciatore polacco in Israele sono stati rimpatriati.
"Se il governo israeliano continua ad attaccare la Polonia in questo modo, l'impatto sulle nostre relazioni sarà molto negativo, sia sul fronte bilaterali che nei forum internazionali", ha aggiunto Morawiecki.
Il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, ieri su Twitter aveva scritto di "una decisione vergognosa e uno sciagurato oltraggio alla memoria dell'Olocausto". "Israele considera di estrema gravità l'approvazione di una legge che impedisce agli ebrei di ricevere compensazioni per le proprietà rubate loro durante l'Olocausto e deplora il fatto che la Polonia abbia scelto di continuare a ferire coloro che hanno perso tutto", aveva aggiunto Bennett, "questo è un passo grave di fronte al quale Israele non può rimanere indifferente".