AGI - Sono oltre 100, di cui la maggior parte studenti di una vacanza studio, gli italiani in quarantena a Malta che si sono messi in contatto con l'ambasciata, dopo lo scoppio di un cluster tra giovani. A quanto si apprende, il numero esatto continua a oscillare, mentre il personale dell'ambasciata italiana sull'isola ha fatto avere ai ragazzi - trasferiti in un apposito albergo Covid - medicinali e beni di prima necessità.
Gli studenti avevano iniziato il 6 luglio a fare i tamponi per rientrare in Italia e in quell'occasione si è scoperto il contagio: circa 50 sono positivi e gli altri sono costretti alla quarantena perché entrati in contatto con i compagni infettati. In tutto, sono presenti almeno 30 minorenni.
"Chi può, faccia quello che può fare". È l'accorato appello rivolto dai microfoni del Tg della Rai Friuli Venezia Giulia al mondo della politica da un uomo, che ha preferito rimanere anonimo, padre di una ragazza friulana di 16 anni che fa parte del gruppo di giovanissimi italiani rimasti bloccati a Malta perché in quarantena, dopo che diversi tra loro erano risultati positivi al Covid.
Cinque sono del Friuli Venezia Giulia e di questi, due sono triestini. L'uomo ha reso noto nell'intervista che ora i ragazzi "grazie all'impegno dell'ambasciata italiana, sono stati trasferiti in un albergo migliore, dove c'e' anche assistenza sanitaria", criticando il fatto che i giovani sarebbero stati "blindati dalle autorità maltesi, senza avere la possibilità di avere contatti" e che sarebbe stato loro vietato di uscire, neanche per procurarsi da mangiare o da bere. Ufficialmente i ragazzi dovranno restare in quarantena fino al 22 luglio. La sedicenne figlia dell'uomo ha fatto la prima dose di vaccino.