AGI - Russia e Cina hanno esteso il Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione e si pongono come un esempio di "un nuovo tipo di relazioni internazionali" in un momento di "cambiamenti turbolenti" nello scenario globale. Con questo messaggio, lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping, Mosca e Pechino sanciscono un nuovo capitolo dei loro legami che le porta sempre più lontano dall'Occidente, a poche ore dal G20 dei ministri degli Esteri di Matera, che vedrà la partecipazione del capo della diplomazia di Pechino, Wang Yi, solo in collegamento video.
Il trattato rinnovato oggi da Xi e dal presidente russo, Vladimir Putin, "è una pratica vivida per costruire un nuovo tipo di relazioni internazionali", ha commentato il leader cinese e "non importa quanti ostacoli debbano essere superati, Cina e Russia continueranno a unire i loro sforzi e ad andare avanti con determinazione".
L'accordo, ha sottolineato Putin, è "un meccanismo a più livelli di coordinamento bilaterale che non ha analoghi nella pratica mondiale" e Russia e Cina possono giocare "un ruolo stabilizzatore negli affari mondiali", secondo il capo del Cremlino, che ha citato, in particolare, i dossier aperti della penisola coreana, della Siria, dell'Afghanistan e dell'accordo sul nucleare iraniano.
Il mondo attuale sta entrando in un periodo di "turbolenti cambiamenti" e di "molteplici crisi", ha proseguito Xi: Cina e Russia insieme possono dare "energia positiva" alla comunità internazionale e dare l'esempio di "un nuovo tipo di relazioni".
Il video-summit di oggi è stato il secondo in poco più di un mese tra i due capi di Stato - che il mese scorso si erano parlati in occasione dell'inaugurazione di un progetto di cooperazione nel campo dell'energia nucleare - e segna un'ulteriore tappa nel percorso di avvicinamento di Russia e Cina, i cui legami sono "a un livello senza precedenti", ha detto Putin.
L'estensione del trattato firmato nel 2001 tra Mosca e Pechino giunge a pochi giorni dal fallimento del tentativo di un summit tra Unione Europea e Russia, e a poche settimane dalle forti critiche del G7 e della Nato alla Cina. In un contesto di rapporti sempre più complicati con l'Occidente, l'intesa tra Mosca e Pechino è apparsa rinsaldarsi già da marzo scorso, quando a Guilin i ministri degli Esteri dei due Paesi avevano manifestato il loro malcontento rispetto alle sanzioni imposte dall'Occidente (Ue, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada) alla Cina per le violazioni dei diritti umani ai danni dell'etnia uigura, arrivando anche a immaginare, come ipotizzato dal capo della diplomazia di Mosca, Sergei Lavrov, una riduzione della dipendenza dal dollaro contro le sanzioni imposte dagli Usa.