AGI - Il presidente francese, Emmanuel Macron, è stato colpito da uno schiaffo in pieno volto da un uomo di 28 anni a Tain-l'Hermitage, nel Sud-Est della Francia, dopo una visita un liceo alberghiero. Salito in macchina per raggiungere Valence, successiva tappa del tour, il capo dello Stato ha deciso di fermare il corteo dopo aver percorso solo pochi metri: voleva salutare alcune persone che lo acclamavano lungo la strada. Avvicinandosi a loro è stato schiaffeggiato dall'uomo che contemporaneamente ha urlato 'Montjoie-Saint-Denis!", cioè il grido di guerra dei re di Francia. L'uomo ha anche gridato "Abbasso il macronismo!". Immediatamente bloccato dal servizio di sicurezza del capo dello Stato, è stato arrestato insieme ad un altro uomo.
Secondo quanto riferito da un giornalista della testata 'Quotidien' che aveva intervistato diversi presenti, l'aggressore era accompagnato da altre due uomini che si erano definiti "anarchici". Un video, che ormai circola ampiamente sulla Rete, mostra Macron in camicia bianca e cravatta nel momento in cui si avvicina a un gruppo di persone per salutarle. Quasi immediatamente viene afferrato per il braccio dall'uomo, che poi lo schiaffeggia. Macron è poi tornato ordinando agli agenti della sicurezza di lasciare l'aggressore.
Dalle prime informazioni sembrerebbe che i due arrestati, entrambi del luogo, siano legati al movimento di protesta dei gilet gialli. 'Montjoie-Saint-Denis!" è comunque un grido di battaglia che negli ultimi decenni è stato ripreso dai monarchici e da ambienti di estrema destra. "Abbasso il macronismo" è invece uno slogan che si è diffuso molto fra i gilet gialli. Ad ogni modo i due rischiano fino a 3 anni di carcere e 45 mila euro di multa.
In una intervista alla testata 'Dauphiné', Macron ha commentato a caldo l'episodio definendolo "isolato". A colpire, ha osservato il presidente, è stato un "ultraviolento". Questi individui, ha proseguito, non lo fermeranno e "non devono impossessarsi del dibattito pubblico". L'aggressione è stata condannata con fermezza dai leader di tutti i partiti politici, di destra come di sinistra.
"Sono la prima a oppormi a Emmanuel Macron, che si può contrastare sul piano politico nel suo ruolo di presidente della Repubblica. Tuttavia nessun gesto, nessuna violenza può essere tollerata nei suoi confronti", ha affermato la principale avversaria di Macron, Marine Le Pen. "Si tratta di un comportamento inammissibile e assolutamente condannabile in una democrazia", ha aggiunto la presidente e candidata del Rassemblement national alle elezioni presidenziali del 2022.
Dall'altra parte dell'arco costituzionale, Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale de 'La France insoumise', anche lui candidato alle presidenziali, ha reagito su Twitter scrivendo: "Incominciate a capire che i violenti passano all'atto? Sono solidale con il presidente". Sempre su Twitter, Valérie Pécresse, ex 'Les Républicains' e presidente della regione di Parigi, l'Ile-de-France, ha condannato "con forza l'aggressione di cui è stato vittima il presidente della Repubblica" sottolineando che "nessun disaccordo politico può giustificare una simile violenza". In un altro tweet Fabien Roussel, candidato del Partito Comunista Francese alle presidenziali, ha condannato "con la più grande fermezza l'aggressione di cui è stato vittima il presidente della Repubblica".
Per il premier Jean Castex serve invece un "sussulto repubblicano" perché "ad essere in gioco sono le fondamenta della nostra democrazia". "La democrazia - ha aggiunto il capo del governo intervenendo all'Assemblea Nazionale - è dibattito, dialogo, confronto, disaccordi legittimi. Ma non può in alcun modo essere violenza, aggressione verbale e ancora meno aggressione fisica".
"Voglio riprendere il bastone del pellegrino e andare nei territori a prendere il polso del Paese, a incontrare la gente", aveva detto a fine aprile il presidente francese, annunciando alla stampa il viaggio di questi giorni in diverse regioni d'Oltralpe. Un "pellegrinaggio laico" che l'inquilino dell'Eliseo ha iniziato mercoledì scorso, precisamente a due settimane dal primo turno delle elezioni regionali e dipartimentali.