AGI - Non sono più solo la Gioconda e la Nike di Samotracia le star femminili del Louvre. Per la prima volta nella sua storia lunga 228 anni, il museo di Parigi – uno dei più celebri e più imponenti, oltre che il primo al mondo per numero di visitatori, nel 2019 oltre 9,6 milioni – vede arrivare al proprio vertice una donna. E’ la storica dell’arte Laurence des Cars, che guiderà il Louvre dal primo settembre, avendo alle spalle la direzione del Musée d’Orsay, incarico che lascia dopo quattro anni, e dell’Orangerie, celeberrima per le 'Ninfee' di Claude Monet.
La nuova presidente della galleria sulla riva della Senna, 54 anni, succede a Jean-Luc Martinez, ed è stata scelta per la sua “statura internazionale”, come è stato sottolineato dall’Eliseo. Peraltro i suoi destini si erano già intrecciati con quelli del museo parigino: è stata tra coloro che hanno contribuito a realizzare il progetto per il Louvre di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, al quale ha lavorato dal 2007 al 2014.
Figlia del giornalista e scrittore Jean des Cars e nipote dello scrittore Guy des Cars (a sua volta secondo figlio del quinto duca des Cars), la storica dell’arte dopo gli studi alla Sorbona e all’Ecole du Louvre ha iniziato come curatrice proprio all'ex stazione Orsay nel 1994. Esperta dell’arte del diciannovesimo secolo e del primo Novecento, ha organizzato grandi mostre come quella sull’“Origine del Mondo” di Corot, una vasta esposizione su Gustave Courbet che fece furore anche al Metropolitan di New York, nonché un omaggio al Marchese de Sade (sempre al Museo d’Orsay) e un viaggio espositivo intorno al poeta Guillaume Apollinaire.
Tra i suoi saggi, si ricordano un testo sui Preraffaelliti del 1999 ed un volume sull’“Arte francese del XIX secolo” del 2008. L’anno precedente è stata anche nominata direttrice scientifica dell’Agenzia dei musei francesi. Non le difettano i progetti ambiziosi, come la nuova presidente del Louvre ha già fatto intendere in un’intervista all’emittente France Info dicendo che punta a farne una "cassa di risonanza per la società" con l'obiettivo di attirare più giovani a visitare la collezione di oltre 480 mila capolavori. Tra i primi passi, è prevista la creazione di una nuova sezione del museo dedicato all’arte bizantina e al cristianesimo d’Oriente.
La ministra francese alla Cultura, Roselyne Bachelot, ha salutato la nomina come “l’inizio di un nuovo capitolo della storia del più grande museo del mondo”. Sfida non scontata dato che dopo la crisi del coronavirus l'istituzione parigina “dovrà reinventarsi e diventare ancora di più un luogo della contemplazione e della riflessione aperto a tutti”.
Il Louvre venne aperto al pubblico per la prima volta nel 1793 sull’onda della Rivoluzione francese. Mentre il suo predecessore, l’archeologo Martinez, si è concentrato su questioni logistiche e strutturali come le modifiche all’ingresso del Louvre, Des Cars intende concentrarsi soprattutto sull’offerta di nuove mostre, anche se non sarà semplice superare il record dei quasi 10 milioni di visitatori raggiunto due anni fa. Comunque, per lei l’importante è lanciare “nuovi ponti” tra passato e futuro.