AGI - Gli Stati Uniti hanno ribadito l'impegno a favore della sicurezza di Israele, al quale si accompagna però un rinnovato intervento a favore della popolazione civile palestinese, in primis quella di Gaza, nella convinzione che solo così si possa lavorare per impedire un nuovo scoppio di violenza. È il messaggio portato nella regione mediorientale dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, in missione per consolidare la tregua che ha messo fine la settimana scorsa all'ennesima esplosione di violenza tra Israele e Hamas.
Il capo della diplomazia Usa ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Benny Gantz e l'omologo Gabi Ashkenazi, ma anche il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen; nelle prossime ore si sposterà in Giordania da re Abdallah II e al Cairo dal presidente Abdel Fattah al-Sisi.
La "soluzione dei due Stati" resta la sola disponibile, ha sottolineato Blinken, che punta ad affrontare il nodo della difesa di Israele ma anche la grave situazione umanitaria a Gaza e le tensioni a Gerusalemme e in Cisgiordania, nella consapevolezza che per evitare una nuova escalation è necessario affrontare "uno spettro più ampio di questioni e sfide che stanno alla radice" delle attuali condizioni della regione.
Il cessate il fuoco che venerdì scorso ha messo fine a un conflitto costato la vita a 240 palestinesi e 13 israeliani deve essere la base "sulla quale costruire", ha sottolineato Blinken, ribadendo l'impegno "personale" del presidente Joe Biden a favore della sicurezza dello Stato ebraico, al quale si accompagna un'azione diretta - economica e diplomatica - a favore della popolazione civile palestinese, in primis quella della Striscia.
Il nuovo approccio di Washington
Da Ramallah, Blinken ha annunciato che chiederà al Congresso di approvare uno stanziamento di 75 milioni per aiutare i palestinesi. Gli Usa destineranno anche 5,5 milioni di dollari per una assistenza immediata a Gaza e 32 milioni di dollari all'Unrwa, l'agenzia Onu per i palestinesi; e riapriranno il consolato per i palestinesi a Gerusalemme, chiuso da Donald Trump. "Lavoreremo a stretto contatto con i nostri partner, con tutti, per assicurare che Hamas non benefici degli aiuti che arriveranno per la ricostruzione", ha sottolineato, mettendo l'accento sulla necessità di "ampliare le opportunità per i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania, anche rafforzando il settore privato ed espandendo il commercio e gli investimenti".
"C'è molto lavoro da fare per ristabilire la speranza, il rispetto e un po' di fiducia tra le due parti. Abbiamo visto dove portano le altre opzioni e questo deve spronarci a raddoppiare i nostri sforzi per preservare la pace", ha esortato Blinken, invitando "i leader di entrambe le parti" a prendere provvedimenti "per impostare una rotta migliore per il loro futuro condiviso".
Un messaggio al quale Netanyahu ha risposto, avvertendo Hamas che un'eventuale violazione della tregua porterà a una risposta "molto potente" da parte dello Stato ebraico. Ringraziando l'amministrazione Biden per "il fermo sostegno al diritto di Israele all'auto-difesa", il premier ha ribadito la sua opposizione ai negoziati in corso per rilanciare l'accordo sul nucleare iraniano con il rientro di Washington nell'intesa. "Israele si riserverà sempre il diritto di difendersi contro il regime" di Teheran, ha sottolineato, nel giorno in cui a Vienna ha preso il via il quinto round di colloqui.
Ancora tensioni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est
Intanto, in Cisgiordania all'alba un giovane palestinese è stato ucciso da militari israeliani durante un'operazione nel campo profughi di al-Amari, a est di Ramallah, per arrestare un ricercato, mentre in Israele c'è stata un'ondata di arresti che ha preso di mira la minoranza araba. La polizia negli ultimi due giorni ha fermato oltre 250 arabi, molti di Gerusalemme Est, sospettati di aver partecipato agli scontri con ebrei durante l'escalation di violenza con Hamas; una sessantina sono stati portati di fronte alla giustizia per l'estensione del fermo, mentre gli altri sono stati rilasciati.
Le forze dell'ordine hanno difeso l'operazione, sostenendo che si tratta di "ristabilire la deterrenza in luoghi con una storia" di violenza ma l'Higher Arab Monitoring Committee ha chiesto lo stop, ricordando che "il diritto alla protesta politica è legittimo" e avvertendo del rischio di "riaccendere gli animi".