AGI - L'esercito israeliano (Idf) ha abbattuto la torre al-Jala, che a Gaza ospitava testate giornalistiche tra cui Associated Press e al-Jazeera, spiegando che ospitava "risorse dell'intelligence militare di Hamas". "L'edificio", ha fatto sapere l'esercito in un comunicato rilanciato dai media israeliani, "ospitava gli uffici di media civili, che Hamas usava come scudi umani".
"L'organizzazione terroristica Hamas", ha denunciato Idf, "piazza in modo deliberato i suoi asset militari nel cuore della popolazione civile nella Striscia di Gaza". Idf ha poi ricordato di aver avvisato "con sufficiente anticipo" di evacuare la torre prima di colpirla.
In rappresaglia Hamas ha minacciato di colpire Tel Aviv. "I residenti di Tel Aviv dovrebbero prepararsi alla nostra risposta", ha detto un portavoce dell'ala militare di Hamas.
L'agenzia Ap, la cui redazione si trovava proprio nella torre distrutta, si è detta "sconvolta e inorridita" dall'attacco israeliano: "È uno sviluppo incredibilmente inquietante. Abbiamo evitato per un soffio una terrificante perdita di vite umane. C'erano una decina di giornalisti e professionisti di Associated Press all'interno dell'edificio e per fortuna -si legge nella nota diffusa dal presidente e Ceo di AP, Gary Pruitt - siamo stati in grado di evacuarli in tempo. Il mondo saprà meno di ciò che sta accadendo a Gaza a causa di ciò che è accaduto oggi".
Anche dalla Casa Bianca è venuto un monito a garantire la sicurezza e l'incolumità dei giornalisti. Lo "abbiamo detto direttamente agli israeliani" ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, "garantire la sicurezza e l'incolumita' dei giornalisti e dei media indipendenti è una responsabilità di primaria importanza".
All'alba un'intera famiglia di 10 persone, otto bambini e due donne, è morta nel crollo di una casa di tre piani nella parte nord-occidentale della Striscia di Gaza, bombardata dagli israeliani: lo riferiscono i media israeliani e palestinesi.
Unico superstite
Un bimbo di cinque mesi è l'unico superstite della famiglia Abu Hatab e secondo i testimoni è stato trovato vivo sotto le macerie grazie alla madre che gli ha fatto da scudo. Portato in ospedale, è stato operato per gravi ferite.
L'edificio, adiacente al campo profughi di al-Shati, sarebbe stato colpito da almeno tre missili sganciati dagli F-16 israeliani che hanno causato il ferimento di 25 persone nelle abitazioni vicine.
Il più alto numero di vittime
Si tratta del più alto numero di vittime in un singolo bombardamento israeliano dall'inizio della campagna militare, lunedì scorso. Il bilancio totale dei morti è di 140 persone, fra cui 40 bambini o minori. I feriti sono 950.
Lancio di razzi
Hamas ha risposto riprendendo il lancio di razzi verso il sud di Israele, in particolare contro le città di Ashkelon e Ashdod che, insieme a Beer Sheva, Sderot e aree limitrofe, erano già state colpite nella notte scorsa. Un razzo ha colpito un edificio residenziale di sei piani a Ashdod, nel sud di Israele, senza causare feriti. Un uomo è rimasto gravemente ferito per un razzo piovuto vicino alla sua casa ad Ashkelon.
Secondo l'esercito israeliano i razzi lanciato in 12 ore sono stati circa 200, molti intercettati dal sistema Iron Dome. Uno ha centrato un appartamento ad Ashdod, mentre un altro è caduto nel porto cittadino colpendo un deposito di carburante. Non ci sono notizie di vittime. In totale da lunedì sono nove i morti israeliani, tra cui un soldato e un bambino, e 560 i feriti nel lancio dei razzi da Gaza.
Il tweet dell'Esercito
Non ci sono stati commenti alla notizia della famiglia uccisa da parte dell'esercito israeliano che normalmente spiega che colpisce obiettivi colpiti che sono stati usati per il lancio di razzi. Lo stesso esercito (Idf) in un tweet ha spiegato che "in risposta agli oltre 2.000 razzi lanciati da Gaza verso Israele, nella note sono stati sferrati cinque raid in cui sono stati colpiti il quartier generale dell'intelligence militare di Hamas, un sito di lancio dei razzi, il quartier generale di lancio di razzi superficie-superficie e due squadre di terroristi". "Hamas sta pagando il prezzo del suo terrore", si legge ancora nel tweet.
Biden sente Netanyahu e Abu Mazen
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto conversazioni telefoniche sulla situazione a Gaza con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e con il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. Quest'ultima conversazione, definita "importante" dal portavoce di Abu Mazen, è la prima tra i due leader dall'insediamento di Biden.
Netanyahu ha spiegato al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che Israele sta facendo del suo meglio "per evitare di colpire gli innocenti", si legge in una nota diffusa dall'ufficio del premier israeliano. "La prova è che gli obiettivi in cui ci sono anche persone che non c'entrano vengono avvisati per permettere la loro evacuazione", aggiunge la nota.