AGI - L'apertura della conferenza sul futuro dell'Europa arriva "in un momento in cui i cittadini vogliono assumersi delle responsabilità" e "se tutte queste riflessioni implicano un aggiornamento dei Trattati, siamo coraggiosi, non dobbiamo averne paura". Con queste parole il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha cercato di sgomberare il campo da dubbi e interrogativi circa l'utilità dei dodici mesi di dibattiti sul futuro comune europeo.
L'eventuale modifica dei Trattati permetterebbe alla conferenza di passare alla storia come qualcosa di più che un semplice momento di riflessione per l'Europa e, secondo Sassoli, "non possiamo permetterci di avere tabù", ma "dobbiamo affrontare questo esercizio liberamente e con fiducia nel dibattito democratico".
"Se la democrazia decide all'unanimità, se c'è il diritto di veto, come può rispondere con efficienza?", si chiede il presidente, che propone di dare più poteri all'istituzione che presiede. "Credo - ha detto nel suo discorso inaugurale - che dovremmo riflettere su come rafforzare la capacità e la centralità del Parlamento europeo, in particolare per quanto riguarda il suo potere d'iniziativa".
Il ragionamento di Sassoli è semplice. "Come ogni parlamento nazionale, il diritto d'iniziativa dovrebbe essere effettivamente conferito al Parlamento europeo affinché la nostra istituzione possa fare proposte alla Commissione e al Consiglio, e non essere solo il destinatario" dei dossier legislativi. "Questo contribuirebbe a dare maggiore capacita' alla nostra democrazia", è la speranza del presidente. "Dovremmo anche aumentare la trasparenza delle elezioni e permettere ai cittadini di indicare le loro preferenze per la presidenza della Commissione", ha terminato Sassoli.
Prima di lui, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha aperto l'evento in quanto padrone di casa. Dal Parlamento europeo di Strasburgo - sede principale dell'Aula secondo i Trattati, ma rimasta chiusa durante la pandemia - Macron ha chiarito la sua visione di Europa: "Non siamo semplicemente un mercato dei consumatori aperto ai quattro venti, ma dobbiamo ridiventare dei produttori, una comunità di grandi ricercatori, creatori, artisti e industriali, perche' creare e produrre sul nostro suolo vuol dire garantire la nostra sovranità, la protezione dei nostri valori".
Il capo dell'Eliseo si è detto "contento che gli Stati Uniti d'America si ispirino all'Europa per diventare più solidali all'interno della loro società o all'estero, ma - ha precisato - spero davvero che noi europei possiamo ispirarci agli americani per ritrovare il gusto del futuro e della rapidità, investire massicciamente e farlo rapidamente".
Investimenti che non potranno non tenere conto degli obiettivi ambientali dell'Unione. "Il cambiamento climatico può avere la stessa forza distruttiva di una guerra", è il monito di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. "Fino a non molto tempo fa - ha ricordato nel suo discorso - l'ambiente era un tema marginale per l'Unione europea, ora invece è una questione centrale per la nostra generazione e per quella a venire".
Partendo da un tema caro ai giovani, la presidente ha anche sottolineato la necessità di "una nuova forma di solidarietà e di giustizia sociale tra le generazioni" perché "questa pandemia ha rubato ai giovani più di un anno della loro vita". "La salute - ha avvertito il premier portoghese, Antonio Costa, presidente di turno del Consiglio Ue - è diventata una preoccupazione fondamentale" per i cittadini degli Stati membri.
"Nove europei su dieci - ha aggiunto il leader lusitano - vogliono un'Europa sociale". "Se vuole avere un futuro, l'Europa deve attingere la sua forza nella forza dei cittadini" garantendo "un'ampia partecipazione", ha detto il premier portoghese. E proprio all'insegna del coinvolgimento dei cittadini, è finalmente partita la conferenza sul futuro dell'Europa, rimasta per un anno ai blocchi di partenza a causa della pandemia, ma anche delle spaccature interne tra le istituzioni europee sulla governance e gli obiettivi della fase di confronto democratico tutta interna all'Unione.