AGI - Si è "risvegliato" il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, esploso nel 1986. Più precisamente, spiega alla rivista 'Science' Neil Hyatt, chimico dei materiali nucleari all'Università di Sheffield, sono riprese reazioni di fissione nucleare. "È come se ci fossero tizzoni in un barbecue", ha affermato lo scienziato. "I sensori stanno registrando un crescente numero di neutroni, segnale di una fissione", ha detto Anatolii Doroshenko dell'Istituto ucraino per la sicurezza nucleare, nel corso di un confronto la settimana scorsa sullo smantellamento del reattore.
"Ci sono molte incertezze - ha aggiunto il collega Maxim Saveliev - ma non possiamo escludere la possibilità di un incidente". Ad ogni modo, ha chiarito Saveliev, la crescita di questi neutroni è lenta e quindi ci sono anni di tempo per intervenire neutralizzando i rischi.
Il reattore 4 fu all'origine del disastro avvenuto il 26 aprile 1986. È stato rinchiuso in un enorme sarcofago di cemento armato ricoperto da una volta in acciaio rinforzata da 36.000 tonnellate di calcestruzzo. Nel novembre 2016 il "sarcofago" è stato sostituito da una nuova struttura di contenimento.
"Possiamo escludere uno scenario tragico come quello di 35 anni fa" ha detto all'AGI Emilio Santoro, fisico che ha diretto per anni il reattore di ricerca dell'Enea a la Casaccia. "In teoria, nel peggiore dei casi - spiega l'esperto - le radiazioni e il calore potrebbero ulteriormente infragilire strutture compromesse, il cui collasso favorirebbe l'innalzamento di polveri contaminate, ma queste dovrebbero rimanere confinate all'interno del sito. Se anche dovesse prodursi nel tempo una fuoriuscita, dovuta a grossi cedimenti strutturali e a qualche difetto di confinamento, tutto dovrebbe limitarsi sempre all'area del sito".
Quanto sta avvenendo nella centrale nucleare di Chernobyl, secondo Santoro, è un processo lento le cui cause andrebbero indagate. "E' un fenomeno - spiega - legato all'aumento del conteggio dei neutroni nel sito di Chernobyl, che non è qualcosa che si è verificato improvvisamente. Può succedere con infiltrazioni di acqua piovana, ma in questo le condizioni dovrebbero ritornare a quelle di partenza una volta che l'acqua evapora. In questo caso forse potrebbe esserci un legame con una modifica della struttura interna del 'corium', cioè quella sorta di ammasso costituito da combustibile e strutture collegate a esso che si è formato dopo l'incidente di 35 anni. Ma è solo un'ipotesi". Al momento, secondo l'esperto, è importante contenere i rischi. "Che è quello che si sta già facendo".