AGI - Il presidente francese, Emmanuel Macron, parteciperà domani all'omaggio a Napoleone per il bicentenario della sua morte. Una partecipazione equilibrata e prudente a causa delle polemiche intorno alla figura dell'imperatore: i suoi predecessori hanno preso le distanze dal personaggio storico più ingombrante del Paese, accusato dal revisionismo della 'cancel culture' di essere un golpista, un dittatore assetato di sangue e di aver ripristinato la schiavitù.
Un equilibrio delicato
Macron ha preferito non ignorare la ricorrenza, anche se la Presidenza assicura che affronterà anche gli aspetti controversi. "Commemorare non è festeggiare", ha sottolineato l'Eliseo per giustificare la partecipazione del presidente all'omaggio. Macron prima pronuncerà un discorso davanti agli accademici dell'Istituto di Francia e, successivamente, deporrà una corona di fiori sulla tomba del uomo che guidò la Francia tra il 1799 e il 1815. In questo secondo atto sarà accompagnato da Jean-Christophe Napoleon Bonaparte, discendente indiretto dell'imperatore.
Il discorso più difficile
A un anno dalle elezioni presidenziali, Macron deve destreggiarsi con prudenza tra chi esalta la figura di Napoleone e chi lo accusa di crimini contro l'umanità. Il suo discorso all'Istituto di Francia, che riunisce le diverse accademie del Paese, sarà esaminato con una lente d'ingrandimento da entrambi gli schieramenti. L'Eliseo ha assicurato che nel suo discorso, per il quale sono stati invitati gli studenti delle scuole superiori, il presidente criticherà la decisione "errata" di Bonaparte di ripristinare la schiavitù nel 1802, otto anni dopo che fu abolita dalla Rivoluzione francese. Jacques Chirac non partecipò agli eventi del bicentenario della battaglia di Austerlitz, celebrata come l'apoteosi del genio militare di Napoleone e Francois Hollande non partecipò a quelli di Waterloo.
Il passato e la lente del presente
Il passato, ha avvertito l'Eliseo, non può essere giudicato con gli occhi del presente e Napoleone fa parte della storia della Francia, che richiede la sua conoscenza e commemorazione. Parole che non sembrano aver placato associazioni antirazziste e gruppi più radicali, che hanno indetto manifestazioni nei territori francesi d'oltremare. Molto coinvolto nel riconoscimento degli errori della Francia in Algeria o in Ruanda, Macron fu attaccato quando ritenne legittima la scelta di inserire il maresciallo Philippe Petain, a capo del regime collaborazionista di Vichy tra il 1940 e il 1944, tra i marescialli celebrati a Parigi in occasione del centenario della fine della Grande Guerra.
Macron sottolineò che ai tempi della Prima guerra mondiale Petain "fu un grande soldato", anche se poi "commise alcuni errori nella Seconda". Il presidente cercherà di mantenere lo stesso equilibrio con Napoleone, la cui azione ha contribuito a creare il moderno Stato francese, il Codice Civile o la suddivisione dell'Impero in dipartimenti.