AGI - La sedia 'dimenticata' per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione della visita ad Ankara si ritaglia di diritto un piccolo spazio nella storia della diplomazia, o almeno del suo protocollo. Il simbolismo dell'ex ministra tedesca confinata in un divanetto laterale rispetto al presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è potente: vi si può leggere la scarsa coesione tra istituzioni Ue, il declino della Germania post Merkel, un residuo di maschilismo nelle relazioni internazionali o un semplice disastro dei responsabili del cerimoniale.
Quella vuota di de Gaulle
La sedia, del resto, è sempre stata un'immagine evocativa: nell'arte può indicare una presenza ma anche un'assenza, una perdita o la speranza di un ritorno. Nella costruzione europea è passata alla storia la politica della "sedia vuota" adottata nel 1965 da Charles de Gaulle: la Francia boicottò tutte le riunioni della Cee per contestare la svolta federalista proposta dalla Commissione di istituire un bilancio comunitario autonomo e di rafforzare i poteri del Parlamento europeo. La crisi si concluse solo l'anno dopo con il "compromesso di Lussemburgo" che introdusse il diritto di veto: da allora basta una 'sedia' per bloccare le decisioni in materia di sicurezza, affari esteri e imposizione fiscale.