AGI - È salito ad almeno 91 morti il bilancio della repressione violenta delle nuove proteste contro il golpe in Myanmar, in occasione della Giornata delle Forze armate. Lo riferisce un media locale, il Myanmar Now, aggiungendo che quella di oggi è la giornata più sanguinosa dall'inizio delle proteste contro il colpo di stato del 1 febbraio. Manifestanti sono scesi in piazza a Yangon, Lashio, Mandalay, Kyaukpadaung e Kyeikhto.
Mentre l'esercito celebra la Giornata delle forze armate con una parata nella capitale, migliaia di persone hanno nuovamente sfidato la repressione. In un video catturato da una telecamera di sicurezza, si vedono soldati che sparano senza aver subito provocazioni contro una motocicletta in un luogo dove non ci sono proteste: i militari hanno poi catturato un ferito, mentre altre due persone sono scappate. In un altro video si vede un uomo piangere con il figlio morto tra le braccia mentre cerca di far entrare il cadavere nella sua automobile. I media ufficiali avevano diffuso un avvertimento secondo il quale i soldati avrebbero sparato contro i manifestanti alla schiena e alla testa.
Ci sarebbe anche un bambino di 5 anni tra le decine di manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza. Secondo i media locali, citati dal Guardian, il piccolo è tra le 13 persone uccise a Mandalay, seconda città del paese. Secondo Myanmar Now, tra le vittime c'è inoltre una 13enne, uccisa nella sua abitazione a Meikhtila, nella regione di Mandalay, dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco nelle zone residenziali della città. Un bambino di appena un anno è stato invece colpito al volto da un proiettile di gomma nell'area di Thamine, nella township di Mayangone a Yangon.
Finora in Myanmar oltre 320 persone sono state uccise dal golpe militare del 1 febbraio scorso. Il tragico bilancio è stato fornito dall'Assistance Association for Political Prisoners che ha avvertito si tratta solo dei casi documentati e il numero delle vittime potrebbe essere molto più alto.