AGI - Israele resta in impasse e neanche le quarte elezioni in due anni sono riuscite a dare un esito univoco: in base ai risultati definitivi diffusi dalla Commissione elettorale centrale, nessun blocco ha la maggioranza di 61 seggi necessari per formare un governo.
Il campo che fa riferimento al premier Benjamin Netanyahu ha 52 seggi mentre gli avversari insieme ne totalizzano 57; restano fuori da questi conteggi i 7 seggi degli ultra-nazionalisti di Yamina e 4 seggi degli islamisti conservatori di Ra'am.
Primo partito è il Likud di Netanyahu con 30 seggi (sei in meno della precedente tornata elettorale, pari a 300 mila voti persi), seguito da Yesh Atid del centrista Yair Lapid (17); il partito ultra-ortodosso sefardita Shas a 9, Blu e Bianco a otto, mentre United Torah Judaism, Yamina, Labour e Yisrael Beiteinu ne hanno sette ciascuno.
Seguono Religious Zionism, New Hope e Lista Unita araba e Meretz a sei mentre gli islamisti di Ra'am sono a quota quattro.
In questo scenario, continuano i colloqui nel tentativo di costruire alleanze: i leader di Yesh Atid e Labour, Yair Lapid e Merav Michaeli, si sono incontrati per discutere "possibili collaborazioni per mettere insieme una coalizione del cambiamento e sostituire Netanyahu". I due esponenti hanno concordato di tenere ulteriori colloqui nei prossimi giorni.
Dall'altra parte, il leader di Sionismo Religioso, Bezalel Smotrich, ha chiuso la porta alla possibile partecipazione a un governo di destra degli islamisti conservatori di Ra'am. "Non ci sarà nessun governo di destra basato sul partito Ra'am di Mansour Abbas. Punto", ha affermato Smotrich.
"Le voci irresponsabili di alcuni esponenti della destra negli ultimi giorni, che sostengono una simile dipendenza, riflettono una confusione pericolosa. Amici, toglietevelo dalla testa. Non succederà, non sotto i miei occhi", ha aggiunto il leader ultra-nazionalista. Una posizione che rende ancora più difficile per Netanyahu cercare di mettere insieme una maggioranza.
Non va meglio nell'altro campo: la deputata Yifat Shasha-Biton, numero due del partito New Hope di Gideon Sa'ar, si è espressa contro un governo sostenuto dalla Lista Unita araba, ribadendo tuttavia il no assoluto a un esecutivo guidato dal leader del Likud.
"Mi hanno offerto il dicastero dell'Istruzione, e in generale hanno promesso il mondo a tutti i membri del partito, ma non accadrà quindi possono evitarsi le telefonate", ha affermato.
L'obiettivo del partito di Sa'ar è costruire "un governo di centro-destra composto da partiti sionisti", ha aggiunto, senza indicare quali formazione ne dovrebbero fare parte.
I risultati definitivi saranno presentati la prossima settimana al presidente Reuven Rivlin che, dopo le festività di Pesach, inizierà le consultazioni con i leader dei vari partiti.
Una volta ricevute le loro raccomandazioni, il capo dello Stato darà l'incarico al leader che sembra avere le maggiori chance di formare un governo. Nel frattempo, il 5 aprile riprenderà il processo a Netanyahu, sotto accusa per corruzione, frode e abuso d'ufficio in tre casi.