AGI - Fermare i lavori di costruzione della nuova base aerea Usa sull’isola di Okinawa perché il cantiere sorge sulla terra contenente i resti delle persone uccise in battaglia nel 1945: è questo l’appello rivolto da società civile e scavatori volontari al ministero della Difesa nipponico.
Secondo le stime più diffuse, nella battaglia di Okinawa morirono 200mila tra giapponesi ed americani, un quarto almeno abitanti locali. I suoli dei siti delle battaglie del 1945, che sono stati ripuliti dagli alberi e delimitati, verranno utilizzati per la realizzazione di una pista offshore per una base del corpo dei marines statunitensi in costruzione a Henoko, un villaggio sull'incontaminata costa nord-orientale di Okinawa, isola a 1.600 chilometri a sud di Tokyo.
“E’ un affronto alla dignità delle vittime di guerra continuare ad usare milioni di metri cubi di terra per costruire la controversa base Usa a Okinawa dove ci sono i resti dei giapponesi e degli americani uccisi in una delle più sanguinose battaglie della guerra nel Pacifico” hanno dichiarato i volontari civili, da anni impegnati nella ricerca dei resti umani.
Secondo la prefettura di Okinawa, sono ancora sotto terra i resti di circa 2.800 vittime. Tra i resti delle vittime ci sarebbero anche quelli di coreani, arruolati con la forza per combattere a sostegno delle forze giapponesi. “I piani del governo giapponese distruggeranno la dignità delle vittime di guerra. Civili e soldati verranno utilizzati per costruire una base militare. Riesco a malapena a crederci” ha reagito Takamatsu Gushiken. Il volontario, che negli ultimi 40 anni, ha ritrovato 300 resti – ossa e denti - inclusi quelli di un numero ristretto di soldati americani, ha raccontato al Guardian che finora il ministero della Difesa ha ignorato i suoi appelli a cancellare il progetto. Per dare maggior peso alla sua battaglia, il mese scorso ha osservato un breve sciopero della fame. Il ministro della Difesa ha assicurato che l’azienda preposta controllerà la terra prima della sua asportazione.
A fine 2020, circa 500 giapponesi che hanno perso famigliari nella battaglia di Okinawa hanno firmato una petizione indirizzata al primo ministro per chiedere che non venga usato il suolo dell’isola per costruire la base di Henoko. Anche il governatore di Okinawa, Denny Tamaki, ha detto che si opporrà al piano di rimozione dei terreni. In base ad una legge del 2016, il governo giapponese è responsabile della raccolta dei resti di civili e soldati uccisi durante la Seconda Guerra mondiale. La futura base di Henoko è già contestata da molti residenti di Okinawa in quanto distruggerà l’ambiente marino; molti inoltre auspicano una minore traccia dei militari sull’isola, già sede della metà dei 47 mila soldati Usa dispiegati in Giappone e dei tre quarti delle basi americane nel Paese.