AGI - Ue, Stati Uniti e Canada sono passati all'azione contro la Cina. Diversi funzionari cinesi sono stati sanzionati per la persecuzione dei musulmani uiguri
nella regione dello Xinjiang, e Pechino ha immediatamente reagito con sanzioni contro una decina di personalità europee, tra cui cinque europarlamentari.
I ministri degli Esteri dell'Ue hanno approvato l'inserimento di quattro leader e un'entità della regione cinese dello Xinjiang nell'elenco delle sanzioni per violazioni dei diritti umani istituito nel dicembre 2020. Il Regno Unito e il Canada hanno adottato le stesse misure dell'Ue. Gli Stati Uniti hanno sanzionato invece due dei quattro funzionari cinesi individuati dagli europei.
Le sanzioni europee consistono nel divieto di viaggiare nell'Ue e nel congelamento dei beni detenuti nell'Unione europea. Le sanzioni statunitensi "completano" quelle dell'Ue e del Canada, secondo Washington.
Pechino ha risposto alla decisione di Bruxelles sanzionando dieci personalità europee, tra cui cinque deputati del Parlamento europeo, accusate "di minare gravemente la sovranità e gli interessi della Cina e di diffondere menzogne e disinformazione".
Sono coinvolte anche quattro fondazioni europee, tra cui l'Alleanza delle democrazie, un'istituzione danese guidata dall'ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. Agli europei e alle loro famiglie sarà vietato soggiornare in Cina, Hong Kong e Macao.
Pechino ha inoltre colpito il Comitato politico e di sicurezza (Cps), un organo che riunisce gli ambasciatori degli Stati membri a Bruxelles che ha preparato le sanzioni.
"Queste sanzioni sono inaccettabili", ha dichiarato il capo della diplomazia europea, Josep Borrell. "La Cina non sta rispondendo a nessuna delle preoccupazioni dell'Ue e ne sta velando il volto", ha aggiunto. "Queste sanzioni non avranno alcuna influenza sulla determinazione dell'Ue a reagire a tutte le violazioni dei diritti umani", ha affermato.
L'Aja ha convocato l'ambasciatore cinese nei Paesi Bassi per protestare per la sanzione di un suo eurodeputato.
"E 'terribile. Fa venire un brivido alla schiena vedere che un regime dittatoriale possa attaccare un parlamentare e la sua famiglia in questo modo", ha detto l'eurodeputato belga, Samuel Cogolati. L'eurodeputato francese Raphael Glucksmann, impegnato nella difesa degli uiguri, da parte sua si è detto lusingato dalla decisione delle autorità cinesi. L'ha ritenuta la sua "legione d'onore", ha twittato.
Con la Russia, i rapporti dell'Ue non vanno meglio rispetto a quelli con la Cina. I ministri degli Esteri hanno dato il via a sanzioni ad alcuni funzionari russi per le torture e la repressione a danno delle persone Lgbt e degli oppositori politici in Cecenia. In vista del vertice dei capi di Stato e di governo di giovedì e venerdì, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo. Ed è stata tutt'altro che cordiale.
"I legami tra l’Ue e la Russia siano a un punto basso” ha dichiarato Michel che ha confermato “l'approccio dell'Ue ai cinque principi guida, basato sui valori fondamentali dell'Unione”. Michel ha ribadito che “attualmente vi è disaccordo in molte aree”. “Dal punto di vista dell'Ue, le relazioni con la Russia possono prendere una direzione diversa solo se si registrano progressi costanti su questioni come l'attuazione degli accordi di Minsk, l'arresto degli attacchi ibridi e informatici agli Stati membri e il rispetto dei diritti umani”, ha aggiunto.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è stato ancora più duro: "La Russia continua il suo comportamento di oppressione interna, verso i dissidenti pacifici, e di aggressione verso l'estero", ha detto alla presentazione del vertice dei ministri degli Esteri della Nato che si terrà domani e mercoledì. "Il presidente Putin è, ovviamente, il responsabile ultimo di tutte le azioni svolte dallo stato russo, e abbiamo visto un modello di comportamento aggressivo, inclusi tentativi mirati e omicidi di avversari", ha rincarato Stoltenberg sposando la linea del presidente americano, Joe Biden, che aveva definito il capo di Stato russo un "killer".