AGI - Prosegue in Myanmar la mobilitazione popolare contro la giunta militare che, lo scorso 1 febbraio, ha rovesciato il governo civile di Aung San Suu Kyi e arrestato la leader insieme a centinaia di altri politici, con un altro morto segnalato a Mogok, nel nord. L'esercito ha represso con violenza le proteste e ha ucciso finora almeno 230 dimostranti ma i sostenitori di Suu Kyi non si sono arresi, sebbene le manifestazioni non siano più oceaniche come un mese fa.
Proteste nel nord
Nuove proteste sono avvenute nello Stato settentrionale di Shan, mentre nella città costiera meridionale di Dawei un corteo di motociclisti ha sollevato cartelli con il volto di Suu Kyi e lo slogan "basta dittatura". Almeno un'altra vittima è stata segnalata nella città di Mogok, riportano i media locali, dove un gruppo di guardiani notturni è stato aggredito a colpi di pistola. "Uno è morto sul posto e altri due sono rimasti feriti in modo grave", ha riferito un soccorritore senza fornire ulteriori dettagli sull'accaduto.