AGI - La questione dei "giovani" è decisiva ed Enrico Letta vuole affrontarla a 360 gradi, in modo "interdisciplinare", si direbbe. Da un lato la scuola e il sistema educativo in generale, con il progetto di un mini Erasmus obbligatorio per i teenager da finanziare con i fondi del Next Generation Eu. Dall'altro, il diritto al voto per i sedicenni, uno strumento di partecipazione che, per Letta, può essere introdotto a partire dalle amministrative.
Una idea, questa, che il leader dem porta avanti nonostante le critiche arrivate dalle destre e, anzi, a quelle critiche risponde netto: "Dare peso alla questione dei giovani, con il voto ai sedicenni, significa costringere i sedicenni a farsi una idea. Non credo che il Paese andrà a ramengo per un milione di studenti in più che votano, perchè è di questo che parliamo". Si potrebbe partire subito, aggiunge Letta, "dalle amministrative. Sarebbe una cosa positiva. Non ci vedrei nulla di negativo".
Il tema del webinar a cui Letta partecipa, nell'ambito di Fiera Didacta, è però la scuola e la formazione e il leader dem può portare la sua esperienza di genitore, "ho tre figli, uno alle scuole medie e due al liceo", quella di insegnante e direttore di Sciences Po e quella di uomo delle istituzioni.
Il Covid ha rivoluzionato il mondo dell'insegnamento ma quello dell'insegnante, sottolinea Enrico Letta, rimane il mestiere più bello del mondo. Un concetto che aveva portato anche all'assemblea facendo della scuola un tema centrale della sua relazione-programma per il Pd.
Sono gli insegnanti, come hanno affrontato e continuano ad affrontare la crisi pandemica, a "renderci orgogliosi di essere italiani". Sono loro ad essersi dovuti reinventare, da "attori su un palco che attirano l'attenzione su di sè anche attraverso la loro fisicità" a "registi" costretti a trovare sempre nuovi strumenti per evitare che il loro messaggio si perda tra i milioni di messaggi della rete.
E' la rete, infatti, ad aver cambiato la funzione dell'insegnante ancor prima del virus: il fiume di informazioni che si riversa quotidianamente sui ragazzi rende inutile l'insegnante come vettore di ulteriori informazione, ma ne esalta il ruolo di bussola: "Ogni studente viene travolto dalle informazioni e l'insegnante è la bussola per orientarsi in tutte queste informazioni, La differenza fra la bussola e l'informazione è che la prima non si trasmette. La bussola è esperienza", sottolinea il segretario.
Insieme a maestri e maestre, professori e professoresse, sono ragazze e ragazzi costretti a rinunciare all'aspetto della socialità, il più importante del percorso. Chi vive le "diseguaglianze" sulla propria pelle, poi, rischia di non riuscire a recuperare il tempo e le esperienze perse nelle ore di didattica a distanza. "L'aspetto su cui insisto è quello delle diseguaglianze: l'impressione è che gli studenti che erano avanti hanno vissuto questa fase tenendo bene e chi era indietro è rimasto ancora più indietro", sottolinea Letta. "C'è bisogno di dedicare di più a chi ha vissuto la diseguaglianza in maniera forte e grave. La prima cosa da fare è andare a capire dove si è creata la diseguaglianza".
Un tema che il segretario dem affronta anche quando lancia l'idea di un Erasmus obbligatorio per i teenager: "Sono sempre stato dell'idea che l'Europa non nascerà finchè non sarà fatto l'Erasmus obbligatorio per gli studenti, per i teenager. Tre o quattro mesi da fare in un altro Paese europeo", spiega Letta. "La forza di questa proposta è che non deve dipendere dal censo delle famiglie. Tutte le famiglie italiane che hanno loro risorse fanno fare esperienze all'estero ai figli. Ma se questo è legato solo alle disponibilità economiche della famiglia, noi facciamo l'opposto dell'ascensore sociale", aggiunge.
"Deve essere il sistema pubblico a fare questo. Ecco perchè l'Erasmus deve stare in un progetto europeo con un grande investimento. Se non c'è questo passaggio, ricadiamo nel problema fondamentale, che non è una esperienza per tutti e io credo che debba essere una esperienza per tutti". Poco dopo, con un Tweet, il segretario precisa ancora quale potrebbe essere il canale di finanziamento: "Un mini Erasmus per tutti gli studenti delle scuole secondarie, pagato con risorse europee di Next Generation EU. Sarebbe fantastica per tutti un’esperienza anche breve di studio in un altro paese".