AGI - Proseguono le ricerche delle 317 studentesse rapite venerdì scorso da una scuola di Jangebe, nello Stato dello Zamfara, nel Nord Ovest della Nigeria. Sono ore di angoscia per i parenti delle giovani, che ieri sono stati illusi da voci riportate dai media locali, e mai confermate, secondo le quali le ragazze erano state liberate.
I corrispondenti della Reuters hanno segnalato un'imponente presenza militare a Gusau, capitale dello Zamfara, con convogli dell'esercito e posti di blocco sulle strade principali. Un gruppo di uomini armati aveva attaccato l'edificio scolastico venerdì mattina, aveva ucciso la guardia e aveva radunato le giovani, per poi caricarle su alcuni camioncini. Da allora non si hanno piu' notizie degli ostaggi.
Le autorità ritengono che i banditi abbiano portato le giovani nella foresta e siano intenzionati a chiedere un riscatto. Il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, ha condannato come "disumano e del tutto inaccettabile" quello che è solo l'ultimo di una lunga serie di rapimenti di studenti avvenuti nel Paese africano per mano di gang armate.
Solo lo scorso 17 febbraio a Kagara, nello Stato del Niger, sempre nel Nord Ovest della Nigeria, erano state rapite 47 persone, tra cui 27 studenti, liberati sabato scorso. "Il governo non soccomberà al ricatto dei banditi, che prendono di mira innocenti studenti con la speranza di ottenere in cambio enormi riscatti", ha dichiarato Buhari, "nostro obiettivo primario è recuperare gli ostaggi salvi, vivi e incolumi".
Sebbene il governo sia pronto a dispiegare "enormi forze contro i banditi", le autorità temono che durante un eventuale blitz le studentesse possano essere utilizzate come scudi umani. Ieri al termine dell'Angelus, Papa Francesco aveva condannato il "vile rapimento" delle 317 ragazze e ha invitato i fedeli a pregare perche' possano tornare presto a casa.