AGI - L'Unione europea rinnova la sua strategia vaccinale: ha già siglato nuovi contratti (300 milioni di dosi ulteriori di Moderna), ha messo in piedi un'agenzia che farà da incubatore per prepararsi ad affrontare le varianti, accelererà i procedimenti per il via libera dell'Ema ai vaccini modificati ed è pronta a introdurre un'autorizzazione d'emergenza per le nuovi dosi.
A questo si aggiunge la task force per migliorare la capacità produttiva in Ue, grazie anche alla condivisione delle licenze da parte delle aziende farmaceutiche che finora hanno ottenuto l'autorizzazione al commercio. Al momento Bruxelles sta rinegoziando i contratti già stipulati per inserire il vincolo dell'efficacia contro le mutazioni.
Il piano è stato annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affiancata dalla commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, e dal capo della task force per la produzione dei vaccini, il commissario al Mercato interno, Thierry Breton.
"La nostra priorità è garantire che tutti gli europei abbiano accesso a vaccini Covid-19 sicuri ed efficaci il prima possibile. Allo stesso tempo, nuove varianti del virus stanno emergendo rapidamente e dobbiamo adattare la nostra risposta ancora più velocemente", ha spiegato la presidente della Commissione. "Per stare al passo con i tempi, lanciamo l'incubatore Hera. Riunisce scienza, industria e autorità pubbliche e raccoglie tutte le risorse disponibili per consentirci di rispondere a questa sfida", ha spiegato.
Allo stato attuale, l'Ue ha stipulato sei contratti per 2,6 miliardi di dosi con un investimento iniziale di tre miliardi per gli acquisti anticipati e un miliardo per la ricerca. “Il valore complessivo dei sei contratti conclusi finora è di 33 miliardi di euro”, ha comunicato von der Leyen.
A chi specula sul vaccino russo, la risposta da Bruxelles è perentoria: "Non ha ancora fatto richiesta di approvazione all'Ema, quando lo farà dovrà passare tutto il processo e dovremo avere la possibilità di ispezionare i siti di produzione, per questo chiediamo che siano in Ue", ha spiegato von der Leyen che non è mancata di dare anche qualche colpo di fioretto a Mosca. "Ci chiediamo perché la Russia offra milioni di dosi ma non vaccini a sufficienza la propria popolazione".
A chi invece, anche in Italia, vorrebbe affidarsi a presunti broker per affrettare i tempi, il monito è chiaro: "E' estremamente rischioso accettare queste offerte", "ci sono zero garanzie che il vaccino sia nella fiala" e "non si ha idea del viaggio che abbia fatto, né se la catena del freddo sia stata rispettata".
Tornando al piano europeo, per accelerare i tempi di autorizzazione l'Ue è pronta a adottare autorizzazioni d'emergenza a livello europeo con responsabilità condivisa tra gli Stati membri”. Ovviamente, si precisa sempre, "non ci sarà alcun compromesso sulla sicurezza".
"Ho visitato il sito di produzione di AstraZeneca in Belgio e vi assicuro che sta aumentando di tanto la capacità di produzione. Siamo fiduciosi che recupererà il ritardo accumulato", ha affermato Breton. "C'è anche un impianto ad Anagni in Italia" che sta collaborando, ha aggiunto.
La Commissione investirà 75 milioni di euro nel sequenziamento genomico condotto negli Stati membri dei test positivi al Covid-19 e per sviluppare nuovi test capaci di rilevare le varianti. I fondi per il sequenziamento si aggiungono a 150 milioni di euro destinati a progetti di ricerca sulle varianti.
Inoltre l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) “fornirà una struttura permanente per la previsione del rischio, la sorveglianza globale, i trasferimenti di tecnologia, la capacità di produzione, la mappatura del rischio della catena di approvvigionamento, la capacità di produzione, la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci”.
Tra gli obiettivi di breve periodo posti dalla Commissione vi è quello di raggiungere il 5% di sequenziamento del genoma dei test positivi per identificare le varianti, monitorare la loro diffusione e valutare il loro impatto sulla trasmissibilità del virus.
Bruxelles ha anche dato il via libera alla creazione di una rete di sperimentazione clinica denominata Vaccelerate Covid-19, che riunirà 16 Stati membri - tra cui l'Italia - e cinque Paesi associati, tra cui Svizzera e Israele, con l’obiettivo di scambiare dati e includere progressivamente anche bambini e giovani adulti come partecipanti agli studi clinici.