AGI - Niente testimoni al processo per impeachment contro Donald Trump che quindi potrebbe concludersi già nella serata di sabato con il voto finale. Al Senato i democratici hanno accettato che la deputata repubblicana Jaime Herrera Beutler non venga ascoltata, dopo aver raggiunto un accordo per introdurre tra le prove le sue dichiarazioni scritte, che sono state lette in aula. La svolta è arrivata dopo che i dem avevano fatto approvare una mozione per chiedere l'ammissione di una serie di testimonianze. L'intesa tra i pubblici ministeri della Camera e i legali dell'ex presidente ha riguardato la testimonianza scritta della deputata Beutler sul presunto sostegno di Trump ai rivoltosi che il 6 gennaio scorso assaltarono Capitol Hill.
Tempi stretti
Alla fine è prevalsa probabilmente la volontà di non allungare il processo, visto che non è stata chiesta nessun'altra deposizione, quindi si è potuti passare alle argomentazioni conclusive e poi al voto finale che con ogni probabilità assolverà Trump.
Si allungano i tempi al processo di impeachment per Donald Trump al Senato degli Stati Uniti: con 55 sì e 45 no, l'aula ha approvato la possibilità di convocare testimoni e acquisire documenti. Decisivo il voto di cinque repubblicani che si sono uniti ai dem. Tra loro c'è anch
e uno stretto alleato di Trump, Lindsey Graham, che ha cambiato voto all'ultimo momento quando è diventato chiaro che la mozione sarebbe comunque passata.
McConnell voterà no all'impeachment
Il leader di minoranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell, voterà per assolvere Donald Trump al processo di impeachment. Lo ha anticipato in una email ai colleghi di partito. Questa è una delle ultime notizie, riportata da Politico, in attesa del voto del Senato che era previsto per le 21 di sabato ora italiana ma che è destinato a slittare.
Le accuse a Trump
Trump è accusato di avere incitato la folla che ha assaltato il Congresso lo scorso 6 gennaio. Secondo tutte le previsioni, è molto probabile che sarà assolto: per la sua condanna sarebbe necessario che almeno 17 senatori repubblicani si unissero ai 50 democratici, per raggiungere la maggioranza qualificata richiesta.
Un primo voto in occasione dell'avvio del processo martedì scorso ha chiarito i rapporti di forza: 56 senatori, di cui solo 6 repubblicani, hanno considerato che il processo fosse coerente con la Costituzione nonostante Donald Trump abbia già lasciato la Casa Bianca.
Per due giorni, da quel momento, i rappresentanti dell'accusa alla Camera hanno esposto i fatti, coadiuvati dalla proiezione di video, spiegando che da "comandante in capo" il presidente si era tramutato in "istigatore in capo". Successivamente, la difesa dell'ex presidente ha considerato "ingiusto" il processo, un "atto di vendetta politica".