AGI - E' guerra dei vaccini tra Bruxelles e Londra. Oggi la Commissione ha ventilato la possibilità di un blocco dell'export fuori dell'Europa in caso di incongruenza dei contratti: una decisione che vede all'origine la vicenda AstraZeneca che, secondo l'Ue, potrebbe aver inviato dosi fuori dall'Europa dallo stabilimento in Belgio.
Dubbi che hanno scatenato una tensione altissima, resa ancora più accesa dal clima post Brexit.
Con il meccanismo dell'Unione europea per il controllo delle esportazioni del vaccino anti-Covid - che potrebbe entrare in vigore già domani - la Gran Bretagna rischia di non vedersi consegnate milioni di dosi. Scrivono i media britannici, evidenziando la preoccupazione per il provvedimenti di Bruxelles che sembra cucito per fare fronte all'eccessiva fornitura di dosi AstraZeneca dall'impianto belga.
"Se il Regno Unito dovesse dipendere dai vaccini prodotti in casa, il raggiungimento dell'immunità di gregge con la vaccinazione del 75% della popolazione potrebbe essere ritardato di quasi due mesi", è l'analisi della società di elaborazione dati Airfinity, citata dal Guardian.
Intanto le autorità del Belgio, su richiesta della Commissione europea, hanno ispezionato il sito di AstraZeneca di Seneffe (40 chilometri a sud di Bruxelles), dove viene prodotto il vaccino contro il Covid. La visita è stata compiuta ieri dai funzionari dell'Agenzia federale belga per i medicinali e nei prossimi giorni è prevista un'ulteriore ispezione della struttura.
Una portavoce del ministero della Salute del Belgio ha spiegato che l'ispezione è stata condotta per "assicurarsi che il ritardo nella consegna sia effettivamente dovuto a un problema di produzione nel sito belga".
L'Ue ha minacciato il blocco dell'export dei vaccini in caso di incongruenze dei contratti. Il meccanismo per il controllo dell'export adottato dall'Ue per il controllo delle dosi di vaccino "serve per avere informazioni e trasparenza". "E' più che giusto avere queste informazioni, sapere cosa succede. Se vediamo che ci sono delle incongruenze con quello che deve restare nell'Ue e cio' che dev'essere esportato, in quel caso si puo' intervenire" ha affermato una fonte dell'Ue.
Per giustificare il provvedimento, la fonte europea ha parlato di "deficienza di trasparenza da affrontare", senza però citare direttamente il caso concreto di AstraZeneca con cui la Commissione è impegnata in un braccio di ferro a causa di un drastico taglio di dosi.
"E' un discorso generale che riguarda tutte le aziende", ha assicurato la fonte. Tuttavia il sospetto è che AstraZeneca stia esportando dall'impianto belga dosi che dovrebbero essere destinate all'Ue.
Intanto, l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l'autorizzazione per l'immissione in commercio del vaccino di AstraZeneca contro il Covid-19. "Il comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Ema ha valutato a fondo i dati sulla qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino e ha raccomandato per consenso la concessione di un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionale formale da parte della Commissione europea. Ciò garantirà ai cittadini dell'Ue che il vaccino soddisfi gli standard dell'Ue e mette in atto le salvaguardie, i controlli e gli obblighi per sostenere le campagne di vaccinazione a livello dell'Ue", afferma l'Ema.
"I risultati combinati di 4 studi clinici in Regno Unito, Brasile e Sudafrica hanno mostrato che il vaccino Covid-19 AstraZeneca è sicuro ed efficace nel prevenire il Covid nelle persone a partire dai 18 anni di età", scrive l'Ema. "Questi studi hanno coinvolto in tutto circa 24 mila persone. Metà ha ricevuto il vaccino e metà ha ricevuto un'iniezione di controllo, un'iniezione fittizia o un altro vaccino non Covid".