AGI - Da Emmanuel Macron a Benjamin Netanyahu, da Antonio Guterres ad Angela Merkel, dall'Ue alla Nato: I principali leader mondiali hanno condannato in un coro con intonazioni diversificate, quanto avvenuto a Washington ieri.
La Russia, che oggi festeggia la ricorrenza del Natale ortodosso, commenta attraverso il ministro degli Esteri, così come la Cina che, auspicando il "ritorno all'ordine", fa ironia sulla copertura della stampa occidentale sugli eventi di ieri, ricordando quella delle manifestazioni anticinesi a Hong Kong.
L'Iran non ha mancato di far sentire la propria voce sugli avvenimenti americani: "La democrazia occidentale è vulnerabile e fragile", ha attaccato il presidente iraniano Hassan Rohani, secondo il quale "nonostante tutti i risultati scientifici e industriali, vediamo un'enorme influenza del populismo. Quando una persona malata prende il potere vediamo quanto disonora il proprio Paese e crea problemi al mondo", ha denunciato Rohani, che ha avvertito anche successore di Trump: "Questo sarà di insegnamento al presidente eletto Biden".
La Cina si limita ad auspicare il ritorno all'ordine facendo un ironico paragone con i disordini a Hong Kong: "All'epoca, quando hanno descritto i manifestanti violenti a Hong Kong, quali parole hanno usato? 'Un bellissimo spettacolo", ha ironizzato il portavoce del ministero degli Esteri. I commenti di Mosca non provengono dal presidente Putin, nel giorno del Natale ortodosso.
"Quando in una delle più antiche democrazie del mondo i sostenitori di un presidente uscente rimettono in discussione, con le armi, i risultati legittimi di un'elezione, si demolisce l'idea universale di 'un uomo - un voto', afferma il presidente francese Macron, La nostra scelta da molti secoli, è quella di mettere la dignità umana, la pace, il rispetto degli altri, il riconoscimento della libertà sopra a ogni cosa, è oggi minacciata nelle nostre democrazie".
E ancora: "Non cederemo mai alla violenza di pochi che vogliono rimettere in discussione la democrazia". Accorato anche l'appello del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che afferma, attraverso il suo portavoce Stephane Dujarric, di essere "turbato" per quel che è accaduto a Washington, aggiungendo che "in circostanze di questo genere è importante che i leader convincano i propri sostenitori della necessità di rinunciare alla violenza e di rispettare i processi democratici nonché lo stato di diritto".
Molto dura anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che considera il presidente uscente "corresponsabile" dell'assalto al Congresso e si dice "furiosa" e "triste" dopo l'assalto dei sostenitori dell'ex tycoon a Capitol Hill. "Sono profondamente dispiaciuta del fatto che il presidente Trump non abbia concesso la sua sconfitta, da novembre, e ancora ieri. Sono stati alimentati dubbi sul risultato elettorale e questo ha creato l'atmosfera che ha reso possibile quanto accaduto", ha detto la cancelliera parlando con la stampa a Berlino.
Merkel ha poi ricordato quella che è "una regola fondamentale della democrazia", ossia che "dopo le elezioni ci sono i vincitori e i perdenti, e ambedue devono rispettare il proprio ruolo con decenza e senso di responsabilità". Al tempo stesso, "è una tragedia che delle persone abbiano perduto la vita durante i fatti della notte scorsa", conclude Merkel, che si dice comunque "molto sollevata" che vi sia stata la certificazione: "Biden sarà il prossimo presidente e questo significa che ha prevalso la democrazia".
Anche i vertici dell'Unione europea hanno duramente condannato quello che definisco "un attacco senza precedenti": "Agli occhi del mondo è apparso che la democrazia americana si trovasse sotto assedio", ha affermato l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, secondo il quale "non e' questa l'America". Da parte sua la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, afferma "di credere nella forza delle istituzioni degli Usa e nella democrazia", il cui nocciolo è "la transizione pacifica del potere". "Biden ha vinto le elezioni presidenziali", aggiunge la presidente della Commissione Ue, "sono impaziente di lavorare con lui come nuovo presidente degli Stati Uniti".
"L'assalto a Capitol Hill è una pagina nera che resterà impressa. Ma violenza e intimidazione non prevarranno", scrive invece su Twitter il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. "Oggi più che mai dalla parte di libertà e democrazia. Sacri principi universali di cui ogni Parlamento liberamente eletto e', al contempo, massima espressione e simbolo". Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, parla di "scene scioccanti" e sottolinea che "il risultato di un'elezione democratica deve essere riconosciuto".
Molto netta anche la presa di posizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo il quale "i violenti disordini" delle passate ore rappresentano "il completo opposto" dei valori americani e israeliani. L'attacco "deve essere condannato", ha aggiunto, spiegando che "per generazioni, la democrazia americana è stata una fonte di ispirazione per il mondo e per Israele", nonché "un'ispirazione per me". Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ricorda il tentativo di penetrare il Reichstag da parte di manifestanti la scorsa estate, parlando di un "messaggio che ci riguarda tutti: odio e istigazione mettono a rischio la democrazia, le bugie mettono a rischio la democrazia".
Accorato il messaggio di Jacinda Ardern: "Quello che sta accadendo è sbagliato", scrive in un tweet la premier neozelandese. "La democrazia, ossia il diritto del popolo di esercitare il voto da fare sentire la propria voce e poi di vedere questa decisione rispettata pacificamente non dovrebbe mai essere distrutta da una folla violenta", aggiunge Ardern, che conclude "non ho nessun dubbio che la democrazia prevarrà".
Reazioni nette anche a Londra: mentre Boris Johnson parla di "scene vergognose" e chiede "una transizione pacifica e ordinata", il ministro agli Esteri Dominic Raab afferma che "niente può giustificare questi violenti tentativi di impedire il passaggio di potere legale e conforme".
È d'accordo il suo omologo francese, Jean-Yves Le Drian, secondo il quale quello al Congresso è stato "un attacco serio alla democrazia" e chiede che "la volonta' ed i voti del popolo americani devono essere rispettati". Durissimo il capo della diplomazia irlandese, Simon Coveney: "Scene scioccanti e profondamente tristi a Washington. Dobbiamo chiamare questa cosa per quello che +: un attacco intenzionale alla democrazia attraverso un presidente in carica ed i suoi sostenitori, che cercando di sovvertire un'elezione libera ed equa". Il premier olandese Mark Rutte, da parte sua, chiede a Donald Trump "di riconoscere oggi Joe Biden come il nuovo presidente", mentre il vicecancelliere tedesco Olaf Scholz non esita a puntare il dito su Trump: "Ha la responsabilità per quello che è accaduto".
Di "attacco inaccettabile alla democrazia" parla anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, mentre il primo ministro canadese Justin Trudeau si dice "profondamente turbato e triste per l'attacco alla democrazia negli Usa, nostri alleati e vicini". Tuttavia, afferma ancora, nessuno riuscirà mai "a svuotare la volontà del popolo attraverso la violenza".
Parla di scene "molto preoccupanti" anche il primo ministro australiano Scott Morrison. "Condanniamo questi atti di violenza e ci aspettiamo un passaggio di consegne pacifico all'amministrazione eletta, nella grande tradizione democratica dell'America".
Estremamente dure anche le reazioni di chi ha preceduto l'ex tycoon alla Casa Bianca: "La Storia giustamente ricordera' la violenza al Congresso, incitata da un presidente in carica, che ha continuato a mentire sul risultato di un'elezione eseguita secondo legge, come un momento di grande disonore e vergogna per la nostra nazione", scrive Barack Obama in una nota ufficiale, aggiungendo di essere pero' "rincuorato nel vedere molti membri del partito del presidente alzare la voce con forza. Abbiamo ancora bisogno di leader come questi", in questo periodo in cui "il presidente eletto Biden lavora per ricostituire un senso comune della politica".
Molto duro anche Bill Clinton, secondo il quale l'assalto al Campidoglio "e' stato alimentato da oltre quattro anni di politica al veleno". E ancora: "La miccia è stata accesa da Donald Trump e dai suoi più ardenti sostenitori, compresi molti nel Congresso, per rovesciare le elezioni".